La Russia
corteggia la Croazia

05/03/2010

Il 2 marzo 2010 il primo ministro croato Jadranka Kosor ha incontrato Vladimir Putin a Mosca. Alla fine dell’incontro i due paesi hanno annunciato di aver raggiunto un accordo di cooperazione in ambito tecnico, scientifico e turistico. Kosor ha poi espresso l’intenzione di raddoppiare le importazioni di gas dalla Russia e di partecipare alla costruzione del South Stream, il gasdotto che dovrebbe trasportare il gas dalla Russia all’Europa attraverso il Mar Nero. Inoltre il premier croato ha discusso con Putin della possibilità di utilizzare il terminale croato di Omisalj per esportare  il petrolio russo.   La Russia cerca di stabilire relazioni sull’energia con la Croazia per la sua posizione strategica sul mare Adriatico. L’UE preme per la costruzione di un rigassificatore di gas naturale liquefatto (GNL)  a Omisalj, che rifornirebbe l’Europa centrale e farebbe perdere importanza al gas russo per la regione. La Russia corteggia Zagabria per evitare che il progetto vada a buon fine, e  promette grandi guadagni sul transito del petrolio russo in Croazia al terminale di Omisalj, e una partnership di lunga durata fra i due paesi con la partecipazione al progetto South Stream.   L’Europa centrale cerca un’alternativa all’energia russa, data l’esperienza di come la dipendenza da Mosca renda vulnerabili alla possibilità di tagli unilaterali ai rifornimenti, e il GNL appare come un’alternativa valida.  Le aree dove si potrebbero costruire infrastrutture per rifornire di GNL l’Europa centrale sono: il mar Baltico, le cui acque sono però sotto controllo russo, il mar Adriatico e l’Egeo. La Grecia al momento non ha capitali da investire nella costruzione delle infrastrutture, dunque l’UE ha puntato sulla Croazia. La costruzione di un rigassificatore in Croazia, che verrebbe gestito da OMV (Austria) e Total (Francia), dovrebbe costare dai 600 agli 800 milioni di euro. Il rigassificatore, della capacità di 15 milioni di metri cubi all’anno (quattro volte gli attuali consumi della Croazia), dovrebbe sorgere sull’isola di Kirk – dove si trova anche il terminale di Omisalj – ed entrare in funzione nel 2014. Mosca dovrà senza dubbio avanzare una controproposta molto lusinghiera per convincere Zagabria a ritirarsi dal progetto. La Russia ha offerto prezzi di favore alla Croazia sui rifornimenti dal  gasdotto South Stream, che però chissà quando sarà davvero realizzato .    Economicamente interessante è invece la proposta russa di invertire il flusso di petrolio che passa attraverso il terminale di Omisalj – che scorre verso l’Europa centrale – per far sì che la Croazia lo usi non per importare ma per esportare il petrolio russo verso l’Adriatico e l’Europa occidentale. Questo procurerebbe a Zagabria un utile sul transito del petrolio, senza nessun nuovo investimento.    La Croazia rinuncerà al progetto del rigassificatore in favore dell’offerta russa?

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