Oppio
dall'Afghanistan

31/03/2010

Alla conferenza della NATO a Bruxelles il 24 marzo 2010 il portavoce James Apparhurai ha dichiarato che, nonostante le richieste russe, per ora le coltivazioni di oppio dell’Afghanistan non verranno distrutte.  

Negli ultimi trent’anni in Russia il consumo di eroina è cresciuto a dismisura, tant’è che attualmente la Russia è il secondo maggiore consumatore, dopo l’Europa. Il che ha effetti drammatici sulla salute pubblica e sulla stabilità demografica, perciò Mosca vuole eliminare il traffico di oppiacei provenienti dall’Afghanistan.

Tuttavia la coltivazione dell’oppio è la principale fonte di reddito di migliaia di contadini afgani, e non sarà semplice trovare un accordo con le comunità locali per l’eradicazione del papavero. Le forze NATO cercano di domare l’insurrezione talebana, ma non possono farlo se danneggiano i coltivatori locali di oppio per far piacere ai Russi. Potrebbero invece cercar di  bloccare il traffico di oppiacei – attualmente gestito dalle fazioni che si oppongono alla NATO.

 

La produzione di oppio

Il 90% dell’oppio mondiale proviene dall’Afghanistan - dove esistono anche numerose coltivazioni di marijuana. Dall’oppio tramite un processo di raffinazione si possono ottenere eroina, morfina, codeina e altri stupefacenti.

La coltivazione di oppio prospera nelle zone dove il controllo dello stato è pressoché inesistente. In Afghanistan la coltivazione dei papaveri è concentrata soprattutto nel sud e nell’ovest del paese –   la metà dell’oppio afgano viene prodotta nella provincia di Helmand. 

Gli altri grandi produttori di oppio sono il Myanmar, il Pakistan, il Laos e il Messico. In passato il maggior produttore di oppio era il Sudest Asiatico, dunque  il traffico passava attraverso Tailandia e Cina. Ora che il maggior produttore ed esportatore è l’Afghanistan, il traffico passa attraverso Iran, Pakistan e Asia centrale.

Secondo le stime dell’ONU il traffico internazionale di oppiacei fattura circa 65 miliardi di dollari – equivalenti al PIL della Croazia. Nel 2009 il traffico di oppiacei  ha portato all’Afghanistan un utile di  2,3 miliardi di dollari – il 19% del PIL. I proventi del traffico di droga di solito vanno nelle tasche di gruppi militanti come al Qaeda o i Talebani.

I  trafficanti di droga hanno scorte di oppio pari a circa 12.000 tonnellate – quantità sufficiente a soddisfare la domanda globale per i prossimi due anni. Le scorte servono per alimentare il mercato in modo costante anche in caso di confische da parte delle autorità, o durante fluttuazioni di produzione. Soltanto il 10% delle scorte è in mano ai contadini, il restante 90% è controllato da trafficanti e ribelli, sia all’interno dell’Afghanistan che lungo le vie di trasporto. Prima di raggiungere la loro destinazione gli oppiacei attraversano soprattutto l’Iran (40%), il Pakistan (30%) oppure l’Asia centrale (25%).

 

Iran

L’Iran è tradizionalmente un centro nevralgico per il traffico di ogni sorta di prodotti, leciti ed illeciti.  Nel 2007 l’80% dei sequestri di oppio a livello mondiale e il 18% dei sequestri di eroina sono avvenuti in Iran, e dal 1979 ad oggi i trafficanti di droga hanno ucciso più di 3.600 poliziotti e soldati iraniani.

I legami etnici sono fondamentali sulle vie della droga. I Baluci, che vivono su di un vasto territorio a cavallo fra Iran, Pakistan e Afghanistan, sono specialisti nel traffico di droga.

Il controllo dello stato su queste regioni di confine è  piuttosto limitato e i trafficanti si muovono in gruppo, armati fino ai denti, senza paura delle autorità.

La maggior parte degli oppiacei che raggiungono la regione baluca dell’Iran viene trasportata con  grandi convogli, o a dorso di cammello (o asino) – spesso nello stomaco di questi animali – prima di essere caricata su veicoli. Non si sa molto del trasporto della droga all’interno dell’Iran, ma i trafficanti non potrebbero agire senza la complicità di  alti funzionari iraniani.

 

Pakistan

I Talebani hanno tratto grande profitto dalla produzione e dal traffico dell’oppio afgano tramite il Pakistan – circa 450/600 milioni di dollari fra il 2005 e il 2008 (fonte: Ufficio Droga e Crimine delle Nazioni Unite). La droga entra in Pakistan dalla frontiera nordoccidentale e poi segue vari tragitti. Parte degli stupefacenti arriva a Quetta – importante centro talebano -  mentre un quarto degli oppiacei prosegue per l’ Iran attraverso il Balucistan pakistano.

Un’altra strada prosegue a sud, lungo la valle dell’Indo, e raggiunge Karachi, dove la droga viene caricata su navi e trasportata in tutto il mondo. Normalmente la droga viene nascosta in container, oppure è trasportata su aerei di linea. Infine una piccola parte di oppio dal Pakistan raggiunge l’India o la Cina – anche se la maggior parte degli oppiacei diretti in questi due paesi provengono dal Myanmar. 

 

Asia centrale

Gli oppiacei diretti in Asia centrale seguono diversi tragitti: una piccola parte passa attraverso Uzbekistan, Tagikistan e Kirghizistan, mentre la maggior parte attraversa il Turkmenistan e raggiunge la Russia.

Quest’ultima è la via più comoda: infatti il Turkmenistan confina sia con l’Afghanistan che con la Russia e,  data la conformazione del suo territorio – quasi interamente desertico – il traffico è difficile da intercettare.  I trafficanti del Turkmenistan meridionale sono protetti dal clan Mary – uno dei cinque  grandi clan che dominano la politica turkmena – che non ha nessun potere reale nel paese ma ha ottenuto dal governo – il quale vuole assicurarsi la sua lealtà - il ‘diritto’ di arricchirsi lucrando sul traffico di droga.

Una parte degli oppiacei passa attraverso il Kazakistan e raggiunge la Russia. La criminalità organizzata russa, in collaborazione con membri corrotti dei servizi segreti, si occupa del trasporto  a Mosca e della distribuzione al dettaglio.

 

I mercati

Iran, Russia ed Europa consumano il 66% dell’oppio afgano: l’Iran consuma oppio non raffinato, la Russia e l’Europa consumano l’una il 21%, l’altra il  26% dell’eroina mondiale. Recentemente l’Afghanistan ha iniziato a rifornire anche  il mercato cinese – che assorbe il 25% dell’oppio afgano. La Russia è forse il paese più danneggiato dall’oppio afgano: secondo stime ufficiali circa 2,5 milioni di consumatori russi spendono ogni anno una cifra pari a 17 miliardi di dollari in oppiacei afgani. Per questa ragione Mosca esercita pressioni per distruggere le coltivazioni di oppio in Afghanistan.Ma ci vorrà molto tempo: le forze della coalizione per conquistarsi la fiducia degli Afghani non possono togliere loro i profitti della vendita dell’oppio dall’oggi al domani.  

 

A cura di Davide Meinero

 

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