La NATO ridefinisce
gli obiettivi strategici

21/10/2010

Il 19-20 novembre 2010 il segretario della NATO Anders Fogh Rasmussen presenterà il nuovo concetto strategico di base  agli stati membri. Nel frattempo molti paesi europei hanno annunciato tagli drastici alle spese militari. Gli Stati Uniti sono comprensibilmente molto preoccupati. I paesi europei non taglierebbero le spese militari se avessero la percezione di doversi difendere da  pericoli chiaramente percepiti, senza poter ricorrere agli USA.

Gli Europei sono abituati a considerare che alla difesa d’Europa siano primariamente interessati gli Stati Uniti (come è stato per tutto il tempo della Guerra Fredda), e non si rendono ancora conto pienamente che questo non è vero.  

Inoltre i vari paesi NATO non sono d’accordo su quali siano i principali pericoli per il XXI secolo, e questo complica ulteriormente la situazione.


La NATO è costituita da tre diversi gruppi di paesi:

1)    gli Stati Uniti e i suoi alleati atlantici (Regno Unito, Olanda e Danimarca), che si concentrano soprattutto sui pericoli  al di fuori del teatro europeo;

2)    i nuovi membri dell’Europa centrorientale (stati baltici e Polonia), preoccupati dall’ascesa della Russia;

3)    i paesi dell’Europa centroccidentale (come Francia e Germania) che mal sopportano ‘l’avventurismo’ americano e non si sentono minacciati dalla Russia;

Non concordando sulle priorità, i tre gruppi agiscono dunque in modo disordinato.

 

1)    I paesi dell’Europa centrale, sebbene alleati degli USA, preferirebbero investire le risorse della NATO per contenere la Russia, considerata un vicino inaffidabile.

2)    Gli Stati Uniti vorrebbero che gli Europei contribuissero maggiormente alle missioni all’estero e che partecipassero finanziariamente alla ricerca in ambito cibernetico all’installazione di sistemi di difesa anti missili balistici.

3)    Francia e Germania intendono migliorare le relazioni con la Russia e preferiscono concentrare l’attenzione sul teatro europeo.

Ridefinire gli obiettivi strategici della NATO in modo che tutti i paesi coinvolti si sentano davvero impegnati in una strategia comune non sarà facile.  

I tagli alle spese militari dei paesi europei potrebbero avere conseguenze positive, se portassero alla modernizzazione degli eserciti d’Europa. I paesi europei potrebbero sfruttare la crisi finanziaria per:

·      tagliare i costosi programmi inutili che risalgono ancora alla Guerra Fredda;

·      liberarsi degli armamenti obsoleti;

·      unire le risorse per lanciare nuovi programmi senza inutili doppioni – come previsto da numerosi trattati dell’UE.  

Ma chiudere le industrie militari ridondanti e ridurre la burocrazia legata a programmi militari obsoleti ha un costo politico piuttosto alto in termini di popolarità, ed è quindi più probabile che i governi preferiscano spalmare i tagli sui vari settori piuttosto che fare interventi mirati. 

 

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