L'accordo fra Polonia e Russia
nel mirino dell'UE

12/11/2010

 Il 29 ottobre 2010 Russia e Polonia, dopo mesi di negoziati, hanno firmato un accordo per aumentare le forniture di gas naturale alla Polonia – da 7,5 a 9 miliardi di metri cubi all’anno.

Il commissario europeo all’energia ha però minacciato di portare la Polonia di fronte alla Corte di Giustizia se l’accordo non sarà conforme alle norme dell’unbundling (spacchettamento), per cui produzione e trasporto devono essere separati. La Commissione Europea vuole che il gasdotto Yamal-Europa (vedi mappa a lato) non sia controllato da Gazprom, fornitrice del gas, ma da un’azienda indipendente.

L’accordo fra Polonia e Russia ha motivazioni esclusivamente economiche: l’economia polacca è in crescita, le necessità di energia in costante aumento. Inoltre la dipendenza della Polonia dal gas naturale russo aumenterà ancora in futuro, perché per soddisfare i criteri ambientali dell’UE i polacchi dovranno chiudere le inquinanti centrali a carbone.

L’UE vuole che la gestione delle infrastrutture energetiche sia affidata a produttori indipendenti per stimolare la competizione fra i fornitori e abbassare i prezzi. L’UE spera di spezzare il monopolio di Gazprom sui gasdotti che portano il gas della stessa Gazprom in Europa.

Il gasdotto Yamal-Europa è gestito da EuRoPolGaz, una filiale di Gazprom, e dalla polacca Polish Oil and Gas Company (PGNiG). PGNiG e EuRoPolGaz detengono il 96% delle quote, mentre il restante 4% è nelle mani di un gestore polacco privato. Per non contravvenire alle richiesta europea di unbundling, la gestione del gasdotto dovrebbe essere affidata a GazSystema, un operatore indipendente che ha ricevuto l’incarico dalla Tesoreria polacca. Si tratta dunque di un unbundling soltanto formale, che non tocca la proprietà del gasdotto: Gazprom non ha alcuna intenzione di cedere il controllo su di un investimento di oltre $15,6 miliardi di dollari, e Varsavia non può permettersi di rinunciare al gas di cui ha assoluto bisogno.

Irritata dall’ingerenza della commissione, la Polonia ha accusato l’UE di usare due pesi e due misure, perché non avrebbe giudicato con altrettanta severità l’accordo fra Germania e Russia. Molti in Polonia iniziano a vedere l’UE più come una minaccia alla propria autosufficienza energetica che come un valido alleato per contenere l’egemonia russa.  

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