Laos: piani di sviluppo
e tensioni con il Vietnam

28/04/2011

Il Laos ha temporaneamente congelato il progetto di costruzione di una diga e di una centrale idroelettrica a Xajaburi lungo il fiume Mekong, secondo quanto annunciato  annunciato il 19 aprile scorso in occasione di un incontro della Commissione del Bacino del Mekong (Mekong River Commission, MKR) che comprende i paesi attraversati dal fiume: Laos, Vietnam, Cambogia e Tailandia.

Le ambizioni di Vientiane

La centrale di Xajaburi sarà costruita nei pressi delle rapide di Kaeng Luang: si tratta del primo progetto nel basso Mekong, ma è prevista la costruzione di altre nove centrali in Laos e due in Cambogia. Nel 2007 fu raggiunta un’intesa fra l’azienda tailandese Ch.Karnchan Public Co. e il governo del Laos per la costruzione della centrale, e nel 2010 la tailandese EGAT ha firmato un accordo per l’acquisto del 95% dell’energia elettrica prodotta dall’impianto di Xajaburi.

Questo progetto è molto importante per lo sviluppo economico del Laos, che è tuttora uno dei paesi più poveri del Sudest Asiatico con un PIL procapite di $1000 all’anno. Il Laos è montuoso e ricchissimo di risorse idriche, e potrebbe produrre fino a 18GW di energia elettrica – 12,5GW solo dal fiume Mekong. Il Laos mira a esportare energia nei paesi limitrofi e attrarre investimenti esteri per la costruzione di nuove centrali – per questo è stato soprannominato la ‘batteria del Sudest Asiatico’. A partire dagli anni ’90 il Laos ha iniziato a esportare energia – che attualmente rappresenta il 30% delle esportazioni e oltre il 10% del PIL – soprattutto in Tailandia e Vietnam.

I progetti laotiani però sono fortemente osteggiati dagli ambientalisti e da altri paesi che si trovano lungo il fiume Mekong, i quali temono che la costruzione delle centrali rovini la fauna fluviale, metta a repentaglio l’agricoltura dei paesi più a valle e rallenti il corso del fiume causando la risalita delle acque salate del mare nel delta del Mekong. Il Vietnam e i gruppi ambientalisti hanno spinto il Laos a sedersi al tavolo delle trattative per discutere i progetti con la Commissione.

L’equilibrio di potere sino-vietnamita

Il Vietnam si è dichiarato contrario la costruzione della diga sostenendo che ‘causerà gravi problemi alla produzione agricola e all’idrocoltura del paese’. La costruzione della centrale costituirebbe un precedente che aprirebbe la strada alla costruzione di altre 10 dighe. L’economia vietnamita è principalmente basata sull’agricoltura, che impiega circa la metà della popolazione e contribuisce a un quinto del PIL del paese.

Durante la Guerra Fredda Vietnam e Laos avevano un trattato di amicizia ed erano allineate all’URSS. Ancora oggi Hanoi ha una grande influenza economica e politica su Vientiane sia perché  offre uno sbocco al mare alle merci del Laos, sia per i numerosi investimenti vietnamiti nell’economia laotiana – per non parlare dei generosi prestiti concessi nel corso degli ultimi trent’anni. Inoltre Hanoi ha sempre offerto assistenza all’esercito e al governo laotiano, aumentando la propria egemonia nella regione.

 

Dopo un periodo di ostilità (1979-88), il Laos e la Cina si sono riavvicinati. La Cina, che cresce a ritmi vertiginosi, è disposta ad investire nei paesi del Sudest Asiatico in cambio dell’accesso alle risorse minerarie di cui ha bisogno per continuare a crescere. In poco tempo la Cina ha aumentato gli investimenti nel settore minerario e idroelettrico del Laos fino a sorpassare il Vietnam. Pechino inoltre sta corteggiando il Laos perché spera di veder un giorno l’insediamento di un governo apertamente filo-cinese. Perciò appoggia attivamente i piani di cooperazione che possano indebolire l’alleanza fra Laos e Vietnam – come i trattati di amicizia fra Laos e Tailandia.

Vientiane non vuole lasciarsi sfuggire un’occasione così importante, e probabilmente cercherà di proseguire la costruzione della centrale nonostante l’opposizione di Hanoi.

Il Vietnam potrebbe minacciare di ritirare gli investimenti per spingere il Laos a trattare, ma con la Cina dietro l’angolo pronta a subentrare, non ha molte possibilità di successo.

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