Sudan: il regime
attacca di nuovo i Nubiani

05/07/2011

In attesa della separazione fra Sud e Nord Sudan, prevista per il prossimo 9 luglio, il governo sudanese di Omar al-Bashir sta cercando di  sottomettere  totalmente i Nubiani nel Kordofan del Sud, regione che rimarrà al nord, ma sarà zona di confine fra i due futuri  stati, ed è abitata da una popolazione mista.

I Nubiani neri  e i Baggara arabi hanno una lunga storia di ostilità: nei secoli scorsi i nomadi Baggara catturavano i Nubiani nei loro villaggi e li vendevano come schiavi da deportare  nelle Americhe e in altri continenti.  

Negli ultimi decenni le minoranze in tutte le regioni meridionali del Sud e in Darfur sono state perseguitate e decimate dal governo sudanese, inclusi i Nubiani, nel tentativo di soffocare ogni ribellione e mantenere il controllo su tutto il territorio,  soprattutto  sulla regione che produce petrolio.

Al Bashir è stato condannato per genocidio in Darfur dal Tribunale Internazionale, ma è ancora capo del Sudan, ed attualmente è in visita di stato in Cina. Le stragi  di Nubiani ora sono riprese: milizie di Baggara nomadi e islamici, irreggimentate nelle cosiddette Forze Popolari di Difesa, deportano e uccidono Nubiani agricoltori sedentari, in gran numero ancora animisti o cristiani, dai villaggi accusati  di  ‘tradimento’, sospettati di simpatizzare  per il Sudan People Liberation Movement (SPLM)

Nelle ultime settimane la regione è chiusa anche agli operatori umanitari e ai peacekeepers dell’ONU. Documentazione delle atrocità  che si stanno commettendo  arriva tramite internet,  anche se con grande difficoltà e in modo limitato. Ma i mezzi di informazione non ne parlano,   l’ONU non  ne discute, nessuno esige di avere accesso alla regione per verificare la situazione.

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