Gli equilibri di potere
in Asia

17/05/2012

I paesi dell’ASEAN (Association of South-Easth Asian Nations) in questi giorni  di maggio 2012 stanno discutendo della creazione di un’entità economica sovranazionale. Per ora le idee prese in considerazione sono:

·      l’istituzione di zone di libero scambio;

·      una possibile unione monetaria;

·      la creazione di un’Unione Asiatica sullo stile dell’UE.

L’ASEAN tenta di coordinare le azioni dei paesi membri (mappa a lato) e di aumentarne il potere negoziale di fronte alla comunità internazionale, ma soprattutto di mantenere gli equilibri  fra i due grandi attori regionali: Cina e Giappone. 

Il Giappone, in stagnazione economica da oltre 20 anni, ha in parte perso gli strumenti che gli avevano permesso di assicurarsi una posizione di primo piano nel Sudest Asiatico, e ora rischia di trovarsi in difficoltà di fronte alla rapida ascesa di Cina e Corea del Sud.

La Cina è continuamente alla ricerca di nuove aree dove espandersi, specialmente in Asia,  dove ci sono opportunità di investimento e arricchimento.  

Il cuore economico della Cina, dove vive la maggioranza Han, è circondato da regioni cuscinetto (Tibet, Xinjiang, Mongolia Interiore, Manciuria). Estendendo la propria egemonia su Mongolia, Myanmar, Corea del Nord e i paesi del Mekong la Cina può allontanare ulteriormente il pericolo di attacchi dall’esterno. Questa è la strategia adottata dalla Cina nei secoli: per allontanare i pericoli ed esercitare l’egemonia nella regione non è necessario  avere il controllo diretto della regione, ma è sufficiente intrattenere buone relazioni economiche con gli altri paesi per tenere a bada gli oppositori.

La Corea del Sud, che ha un’economia più modesta, è costantemente alla ricerca di uno spazio fra le due potenze, e si è dimostrata più abile del Giappone nello stringere nuovi accordi con la Cina. Seoul può offrire alla Cina vantaggiose collaborazioni,  ad esempio per tenere a bada la Corea del Nord.  Però, viste le sue dimensioni, la Corea potrebbe venire stritolata da un possibile allineamento di interessi fra Cina e Giappone.  

Nelle attuali condizioni però è più probabile che i rapporti fra Cina e Giappone evolvano verso una maggiore competizione piuttosto che verso maggiore cooperazione.

A cura di Davide Meinero

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