La strategia politica
delle Filippine

17/05/2013

Le Filippine non sono mai esistite come entità politica unificata prima dell’arrivo degli occidentali. Ferdinando Magellano giunse all’isola di Cebu nel 1521 e fu ucciso tre mesi dopo in una battaglia fra tribù rivali. Poco dopo arrivarono i conquistatori spagnoli, unificarono le varie isole e insediarono un viceré che mantenne il controllo sull’arcipelago fino alla fine del XIX secolo.

Da allora lo stato delle Filippine presenta i seguenti imperativi geopolitici costanti:

1) Mantenere unite le isole.

All’arrivo degli Spagnoli le tre isole dell’arcipelago filippino erano separate e indipendenti, abitate da tre popolazioni diverse. Luzon,  a nord, era abitata dai Tagalli, arrivati migliaia di anni prima dal sudest asiatico. Al centro l’arcipelago delle Visayas era la terra del principale gruppo etnico filippino – i Visaya, appunto. A sud l’isola di Mindanao, abitata dalla tribù musulmana dei Moro, è culturalmente vicina alla Malesia e all’Indonesia piuttosto che al resto del paese. Per questo è stata ed è fonte di instabilità.

Qualsiasi autorità politica centrale deve avere una forza politico-militare sufficiente a tenere unite entità culturalmente, etnicamente e socialmente diverse e controllare tutte le coste per evitare possibili attacchi dall’esterno.

2) Controllare le coste.

È il secondo imperativo politico delle Filippine. Ma l’instabilità di Mindanao costringe l’esercito a sorvegliare l’interno, il che rende difficile difendere adeguatamente anche gli oltre 36 mila chilometri di costa. Per questa ragione Manila cerca sempre il sostegno di una potenza estera che la protegga dalle aspirazioni egemoniche dei vicini.   

Quando gli USA sconfissero la Spagna nel 1898, le Filippine divennero un protettorato americano e lo rimasero sempre – tranne il periodo dell’occupazione giapponese durante la Seconda Guerra Mondiale. Anche dopo l’indipendenza (1946) Manila considerò vantaggioso mantenere buoni rapporti con gli USA, che con la loro flotta potevano pattugliare le rotte internazionali e proteggerla dai nemici.

Pur essendo un arcipelago, le Filippine dedicano la maggior parte delle spese militari al mantenimento di una fanteria di oltre 80.000 soldati addestrati a sedare rivolte interne, tre volte  di più  degli addetti alla marina militare.

Gli USA hanno basi militari nel paese –  la principale era a Subic Bay, a nord di Luzon. Da qui la marina militare poteva pattugliare  tutta la regione, ma negli anni ’80 le relazioni  peggiorarono e gli USA restituirono la base ai Filippini. A partire dagli anni ’90 però Manila ha cercato di riavvicinarsi agli USA perché teme l’espansionismo cinese nella regione.

I rapporti con la Cina.

Dopo l’apertura di rapporti diplomatici nel 1975, Cina e Filippine non ebbero rivalità per oltre un decennio. La Cina era povera, doveva sviluppare la propria economia, la sua marina militare era debole e non rappresentava una minaccia. Dagli anni ’90 la situazione è cambiata: nel 1994-95 la Cina tentò di occupare alcune isole filippine nel Mar Cinese Meridionale, spingendo Manila a riavvicinarsi agli USA. Oggi la marina militare cinese, seppur molto più arretrata tecnologicamente rispetto a  quella americana, è la più forte dell’Asia; Pechino se ne serve per aumentare la propria influenza nella regione e assicurare il controllo delle rotte attraverso cui importa energia e materie prime.

La marina delle Filippine deve sorvegliare costantemente le acque territoriali per proteggere le attività legate all’ esplorazione dei fondali alla ricerca di giacimenti di fonti di energia, e la pesca – che rappresenta una cospicua fetta dell’economia filippina nonché un’importante fonte di impiego per la popolazione, con un export (dati 2011) pari a $370 milioni. Inoltre deve proteggere le vie di approvvigionamento di petrolio.

Le acque intorno all’isola di Luzon, vicino allo Scarborough Shoal e alle isole Spratly, sono ricche di idrocarburi. Tutto il gas consumato nel paese proviene da una giacimento vicino alla baia di Manila.

Manila dovrebbe quindi mantenere una grande flotta aerea e militare, ma dispone di risorse limitate. Per questo le serve la protezione USA contro l’espansionismo cinese. Dal canto suo Washington ha bisogno dell’alleanza delle Filippine per contenere la Cina, e ha quindi intensificato aiuti in armi e sistemi tecnologici avanzati – ad esempio ha promesso a Manila un radar capace di individuare tutte le navi intorno alla costa.

Inoltre le Filippine hanno anche sviluppato collaborazione militare con Singapore, Australia e Giappone, per organizzare esercitazioni militari congiunte.

 

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