L'Egitto
alla ricerca di una politica estera

26/07/2012

L’Iran ha invitato il presidente egiziano Mohammed Morsi al summit dei paesi non allineati che si terrà a Teheran fra il 26 e il 31 agosto. All’evento sono stati invitati anche Algeria, Giordania, Emirati Arabi, Qatar e il presidente palestinese Mahmoud Abbas.

Egitto e Iran non hanno quasi mai avuto interessi in comune negli ultimi 50 anni: al di là della divisione fra Sunniti e Sciiti, i due paesi sono tradizionalmente in competizione per l’egemonia sugli stati della penisola arabica. Lo scià Reza Pahlavi, alleato degli USA, criticò sempre l’alleanza russo-egiziana e nel 1962 protestò accesamente contro Nasser che aveva inviato un contingente di 1000 uomini in aiuto ai ribelli dello Yemen.

La rivoluzione islamica del 1979 peggiorò la situazione: il leader fondamentalista Ruhollah Khomeini si scagliò subito contro Sadat, reo di aver firmato la pace con Israele e di aver accolto lo scià esiliato in Egitto – dove rimase fino alla morte. L’Egitto non esitò ad aiutare l’Iraq di Saddam Hussein durante la guerra 1980-88, e lo stesso Mubarak rifiutò sempre ogni richiesta di collaborazione iraniana. 

L’ascesa dei Fratelli Musulmani (FM) alla presidenza dell’Egitto rappresenta un’opportunità per l’Iran, specialmente ora che l’unico suo principale ‘amico’ nella regione, Bashar al Assad, sembra vicino alla fine. Teheran ha assolutamente bisogno di trovare alleati per contrastare l’Arabia Saudita e i paesi del Consiglio di Cooperazione del Golfo (CCG).   

Sul piano religioso e politico il contrasto fra i FM egiziani e Wahhabiti della penisola arabica è forte: ad esempio gli Emirati Arabi hanno apertamente criticato Yusufal-Qaradawi, uno dei più importanti teologi e giuristi sunniti di origine egiziana vicino ai FM, e hanno iniziato a espellere gli individui sospettati di islamismo. Riyadh e i paesi del GCC temono – a ragione – che la vittoria dei FM in Egitto dia nuovo impulso ai movimenti rivoluzionari in patria. In Kuwait alle ultime elezioni Hadas, versione kuwaitiana dei FM, ha ottenuto un maggior numero di seggi in parlamento alleandosi con altri gruppi islamisti di opposizione. In Giordania il Fronte Islamico d’Azione, braccio politico dei FM, ha boicottato le elezioni per spingere il governo a rivedere la legge elettorale introdotta di recente.

Per non inimicarsi l’Arabia Saudita Morsi ha deciso di andare a Riyadh per la sua prima  visita ufficiale, per ribadire l’alleanza con i paesi del GCC. Non può permettersi di perdere i finanziamenti sauditi che forse gli permetteranno di rimettere in sesto l’economia egiziana, duramente colpita da un lungo periodo di scontri e instabilità. Tuttavia si riserva ancora il diritto di accettare l’invito di Teheran, per avere un’arma in più da giocare nei negoziati con gli altri paesi arabi della regione. 

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