Tensioni tribali
in Libia

05/12/2012

Il 27 novembre una delegazione della tribù Toubou, originaria della zona sul confine con il Ciad e il Niger (mappa a lato) area nota per lo smercio di armi e droga, ha incontrato rappresentanti del governo libico per discutere dell’omicidio di un proprio membro da parte di un membro della tribù Zuwaya. 

Le ostilità e le faide fra tribù sono una costante in Libia. Gheddafi le reprimeva duramente. In particolar modo reprimeva i Toubou che, con le loro differenze linguistiche e culturali, erano d’ostacolo alla arabizzazione del paese. Anche prima di Gheddafi la legge sulla cittadinanza escludeva le tribù non-arabe come i Toubou, impedendo loro di integrarsi nella società libica. I Toubou hanno partecipato attivamente alla lotta contro i lealisti, nella speranza di ottenere maggiori diritti dopo la caduta di Gheddafi. 

Negli ultimi anni i Toubou sono migrati  più a nord, spinti dall’avanzare del deserto,  nel territorio della grande tribù Zuwaya, che abita la regione intorno alle oasi di Sabha e Kufra. Ne sono sorti conflitti sempre più gravi. A luglio gli Zuwaya hanno minacciato di interrompere le attività petrolifere nella loro regione e di bloccare il flusso del Grande Fiume Artificiale, l'acquedotto più grande del mondo: quattromila chilometri di condutture di calcestruzzo sepolte nella sabbia, che portano sei milioni di metri cubi di acqua al giorno dalle profondità del Sahara alle città e alle campagne della costa (vedi mappa). Sotto il Sahara infatti c’è un mare di acqua dolce fossile, a una profondità che varia da 100 a 600 metri.

Se il governo centrale non riesce a bloccare la violenza fra le tribù del sud, e a mantenere costante il flusso di petrolio e di acqua verso la costa, le conseguenze economiche e politiche possono essere devastanti per l’intera Libia. 

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