Il confronto fra la Cina e i suoi vicini per il controllo dei mari

28/01/2013

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Navi cinesi continuano a pattugliare le acque intorno alle controverse isole Senkaku/Diaoyu nel Mar Cinese Orientale e vicino alla secca di Scarborough nel Mar Cinese Meridionale (mappa a lato). La rivendicazione di sovranità su queste isole rientra nell’attuale politica cinese di assicurarsi il controllo delle rotte marittime vitali per la sua economia, che però sono vitali anche per l’economia e la sicurezza dei paesi circostanti.

Nel 1990 la Cina e le Filippine entrarono in contrasto per la sovranità sul Reef Mischief nel Mar Cinese Meridionale. La Cina sosteneva di volerci costruire un riparo per i pescatori, ma vi costruì anche strutture militari e iniziò a negare di fatto l’accesso ai pescherecci filippini. Fu l’inizio delle attività cinesi per reclamare la sovranità sulle acque del Mar Cinese Meridionale.

Anche oggi la Cina utilizza navi civili della guardia costiera e pescherecci per occupare lo spazio marittimo intorno alla secca di Scarborough, e Manila risponde inviando a sua volta la guardia costiera e navi civili, per affermare il proprio diritto. Ma la capacità di sorveglianza marittima cinese è decisamente superiore a quella dei vicini.   

Nel caso delle isole Senkaku/Diaoyu, contese fra Cina e Giappone, i Cinesi debbono fare i conti con una flotta molto più preparata. Ma la strategia è sempre la stessa: di fronte alla guardia costiera e ai pescherecci cinesi i Giapponesi inviano la guardia costiera, non la marina militare. Tokyo ha programmato di usare ben 12 unità della guardia costiera per proteggere le isole contese, ma non le avrà fino al 2015: la Cina ha un vantaggio di due anni per stabilire la propria presenza in zona.

Sia le Filippine che il Giappone sono alleati degli Stati Uniti e ne hanno chiesto il sostegno.  Washington ha rinforzato i pattugliamenti aerei e marittimi, ma ha evitato confronti con la Cina, incoraggiando gli alleati a non aggravare le tensioni. Questa cautela degli USA viene usata dalla diplomazia di Pechino come dimostrazione che i paesi della regione non possono contare sul sostegno statunitense per proteggere le rotte marittime.  

Nel 2010 un sottomarino nordcoreano affondò una corvetta della marina sudcoreana e la Corea del Sud come risposta programmò esercitazioni militari nel Mar Giallo in collaborazione con una portaerei statunitense. Ma di fronte alle proteste cinesi le esercitazioni  sono state rimandate sine die. Questo arretrare, nonostante un attacco militare a un alleato degli Stati Uniti, ha preoccupato molti paesi asiatici che  contavano sull’aiuto degli  USA nel caso di confronto con la Cina. Pechino  usa questa preoccupazione per influire sulle politiche dei paesi della regione a proprio vantaggio.   Mentre amplia il proprio perimetro di difesa e la propria influenza politica ed economica,  Pechino offre ai paesi  vicini un’alternativa alla protezione statunitense.

Gli Stati Uniti effettuano il monitoraggio delle attività cinesi dalla base di Kadena a Okinawa, in Giappone. Da metà dicembre 2012 gli aerei cinesi hanno più volte violato lo spazio aereo giapponese vicino alle isole Senkaku/Diaoyu, e il  Giappone ha risposto utilizzando l’aviazione , inclusi gli F-15, per sorvegliare i movimenti cinesi. Tokyo sta valutando il trasferimento di alcuni F-15  sull’isola di Shimoji che si trova a soli 190 km dalle isole Senkaku, ed è in trattativa per l’acquisto di droni, tra cui il Global Hawk statunitense, per migliorare la propria capacità di sorveglianza intorno alle isole contese e lungo la costa cinese, che si trova ad una distanza di soli 330 km.

Tokyo e Washington stanno discutendo un approccio comune contro le azioni cinesi.  Washington ha recentemente affermato che non riconosce nessuna sovranità sulle isole, ma che riconosce il controllo amministrativo giapponese, il che significa che Washington appoggia il Giappone.

Con questa dichiarazione ufficiale, che implica la possibilità di un intervento militare USA  per proteggere il diritto del Giappone all’amministrazione delle isole Senkaku/Diaoyu, gli Stati Uniti sperano di indurre la Cina a non spingersi troppo oltre, sperano di evitare uno scontro militare aperto tra Giappone e Cina, e vogliono anche dimostrare l’affidabilità del  proprio sostegno a Tokyo e agli altri alleati.  

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