Idrati di metano
la nuova frontiera del gas

19/02/2013

Il gas da argille sta rapidamente cambiando il volto dell’industria energetica negli USA, ma nel campo delle fonti di energia dobbiamo aspettarci un altro cambiamento profondo dagli idrati di metano, che sono presenti pressoché ovunque nel mondo e in quantità ben superiori ai giacimenti di gas da argille. Il costo di estrazione potrebbe rivelarsi non molto più alto di quello per l’estrazione dello shale gas.

Gli idrati si formano a temperature molto basse in condizioni di altissima pressione, ad esempio nel permafrost dell’Artico e lungo i pendii continentali (vedi immagine a lato), a una profondità superiore ai 500 m. Non si sa ancora quanto gas sia contenuto negli idrati di metano: le prime stime, per ora alquanto imprecise, variano dai  3 ai 140 trilioni di metri cubi (per fare un paragone il consumo globale di gas nel 2011 è stato di circa 3,4 trilioni di metri cubi).

La tecnologia per l’estrazione è ancora agli inizi. Per raggiungere gli idrati di metano è necessario perforare i sedimenti oceanici, e per estrarre il gas occorre  iniettare nei sedimenti  vapore o anidride carbonica. I paesi che fanno ricerca in questo campo sono già tanti: Giappone, Corea del Sud, India, Cina, Norvegia, Regno Unito, Germania, USA, Canada, Russia, Nuova Zelanda, Brasile e Cile. 

L’anno scorso il Giappone per la prima volta ha portato a termine un test in Alaska riuscendo a estrarre gas naturale attraverso iniezioni di anidride carbonica, e di recente ha iniziato a esplorare i fondali del Nankai Though al largo della costa di Honsu. Il Giappone crede di poter iniziare la produzione entro il 2018, mentre gli USA sono più cauti e ritengono che la produzione non sarà avviata prima del 2025.

Gli idrati di metano sono presenti praticamente in tutto il globo – in Giappone, India, Corea del Sud, Cile, golfo del Messico e lungo la costa sudorientale degli USA, per non parlare del permafrost dell’Alaska, del Canada e della Russia – perciò potrebbero alleviare i problemi energetici di paesi finora poveri di risorse.

Il Giappone è stato il primo paese ad avviare un programma di esplorazione nel 1995, seguito dall’ India nel 1997, e da Cina e Corea del Sud poco dopo. A partire dal 2006 Cina India e Corea del Sud hanno effettuato test sismici e raccolto campioni dai giacimenti. 

 

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