Madagascar:
l’accusa del sangue nel 2013

23/10/2013

Repubblica online del 4 ottobre 20013 (leggi l’articolo) racconta la fine di Roberto Gianfalla, di Palermo, linciato e poi bruciato in Madagascar insieme ad altre tre persone, dopo che si era diffusa la voce che era stato ritrovato il cadavere di un bambino di 8 anni, mutilato di vari organi. Per altro “Non ci sono prove che il corpo sia effettivamente stato mutilato”, ha spiegato il capo della gendarmeria di Nosy Be, Richard Ravalomanana.

La caccia all’Europeo ‘assassino e ladro d’organi’ in Magadascar rappresenta l’ennesima versione delle accuse di cannibalismo, o di assassinio rituale di innocenti, che si ritrovano nella storia di tutti i tempi.

I Pagani attribuivano l’assassinio rituale e cannibalico ai Cristiani, i Cristiani in Europa lo attribuirono fin in epoca moderna agli Ebrei e ai popoli sottomessi al dominio coloniale, quando si ribellavano. Gli attivisti pro-Palestina ne accusano Israele, in modo spesso molto subdolo. Ne sono esempio le immagini usate in Europa per la campagna di boicottaggio dei prodotti israeliani, che riecheggiano sempre volutamente l’accusa antisemita secondo cui gli Ebrei sarebbero bevitori di sangue umano.

Molte popolazioni africane e asiatiche oggi accusano di cannibalismo gli occidentali, anche se rivestono l’accusa di vesti moderne: gli occidentali ucciderebbero per rubare organi per i trapianti. Mai queste accuse sono state sostanziate da prove, eppure sono largamente credute, persino da molti in Europa.

Ricordiamo Roberto Gianfalla come l’ennesima vittima della violenza e della stupidità umana: non dimentichiamone il nome e la storia.  

 

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