Messico: un futuro promettente,
se si sconfigge il narcotraffico

08/03/2014

Il Messico fa parte del NAFTA, la zona di libero scambio del Nord America, che unisce USA, Canada e Messico in un unico mercato.

Sul piano demografico, il Messico è un paese promettente: la forza lavoro dovrebbe crescere del 58% fra il 2000 e il 2030 a fronte di un calo del 3% della Cina nello stesso periodo. Per di più la vicinanza del mercato americano rende l’economia messicana potenzialmente più competitiva di quella cinese.

Grazie al flusso di investimenti esteri, ora il Messico può vantare alcune eccellenze come i calzaturifici di Guanajuato e le aziende di ingegneria aerospaziale di Queretaro. Ad esempio l’azienda canadese Bombardier ha investito nella costruzione di un enorme stabilimento aerospaziale sugli altipiani centrali del Messico.

Per ora il Messico pare aver scampato la “maledizione cinese”, ovvero l’eccessiva dipendenza dall’esportazione di prodotti a basso valore aggiunto. Nel 2012 le esportazioni di prodotti high-tech − grazie anche alle tariffe del NAFTA che proteggono l’economia messicana dalla concorrenza − hanno contribuito per il 17% al PIL messicano, mentre il Messico ha esportato automobili per il 25% del totale.

Ma il Messico ha ancora molti problemi da risolvere:

le diseguaglianze sono ancora molto forti, e per quanto la classe media stia lentamente crescendo, il sistema educativo è scadente e non riesce a tenere il passo con l’aumento della domanda di posti di lavoro altamente qualificati;

il più grande problema è la sicurezza, che scoraggia gli investimenti esteri. Intere regioni sono nelle mani dei narcotrafficanti, che hanno veri e propri eserciti privati con cui controllano anche strade e porti, ingaggiano battaglie con l’esercito, attaccano caserme della polizia. Il governo messicano ha preso misure per proteggere le infrastrutture nevralgiche del paese: nel 2013 ad esempio ha inviato l’esercito a proteggere uno dei porti più importanti del paese, Lazaro Cardenas, nello stato del Michoacan. I militari hanno dovuto anche disarmare la polizia municipale locale, collusa con la malavita, sottoponendo gli ufficiali a rigidi controlli e a un nuovo periodo di addestramento.

Le riforme costituzionali

Nel 2013 maggioranza e opposizione con raro spirito di unità nazionale hanno trovato l’intesa per varare una serie di riforme costituzionali che potrebbero risolvere alcuni dei problemi endemici del paese, soprattutto in materia di istruzione, fisco ed energia.

Dopo la nazionalizzazione nel 1938, il settore energetico messicano ha iniziato un lento declino: la costituzione messicana impediva alle aziende estere di partecipare alla produzione e distribuzione degli idrocarburi, il che ha contribuito al declino tecnologico, alla stagnazione e al calo della produzione e dell’efficienza. Le recenti riforme vanno nella direzione di aprire agli investimenti esteri per aumentare la competitività del settore energetico messicano.

Tutto questo mentre il Nord America sta vivendo un’importante rivoluzione energetica:

il Canada ha sviluppato una tecnologia avanzata per lo sfruttamento delle sabbie bituminose, ed è ora il sesto maggior produttore di petrolio al mondo nonché il principale fornitore degli USA – circa i due terzi della produzione di greggio canadese sono esportatati negli USA tramite oleodotti;

gli USA hanno non solo migliorato le tecniche convenzionali di estrazione petrolifera, ma hanno ormai la tecnologia per avere accesso a enormi riserve di gas di scisti che trasformeranno gli USA in un potenziale paese esportatore di gas naturale liquefatto (GNL).

È ancora presto per parlare di indipendenza energetica: il Canada cercherà di aumentare le esportazioni di petrolio verso i promettenti mercati asiatici e, di conseguenza, gli USA resteranno comunque dipendenti dal petrolio proveniente da regioni instabili (Medio Oriente, Venezuela).

 




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