Il pericolo islamista
in Asia centrale

28/01/2015

Dopo il crollo dell’Unione Sovietica nel 1991, l’Asia Centrale è stata teatro di un vero e proprio terremoto politico, con la formazione di cinque nuovi stati indipendenti. Tra le altre difficoltà, questi Paesi hanno dovuto fare i conti con l’esplosione di sentimenti nazionalisti e religiosi che erano stati soppressi durante l’epoca sovietica. 

Emersero gruppi islamisti, come il Partito Islamico di Rinascita del Tagikistan, che prese parte alla guerra civile dal 1992 al 1997, e l’ancor più pericoloso Movimento Islamico dell’Uzbekistan − nato nell’Uzbekistan orientale con la volontà di istituire un califfato islamico in tutta la Valle di Fergana. Il gruppo fu particolarmente attivo a fine anni ’90 e nei primi anni 2000. Dalla sua base nelle montagne del Tagikistan orientale compiva azioni sia in Uzbekistan sia in Kirghizistan.

Entrambi i gruppi hanno legami con gruppi islamisti al di fuori dei Paesi di riferimento, in particolare in Afghanistan, che condivide 2000 kilometri di confini con Tagikistan, Uzbekistan e Turkmenistan. La permeabilità del confine e i legami etnici hanno favorito l’attività transnazionale dei gruppi islamisti.

Ma l’11 settembre e la conseguente invasione americana dell’Afghanistan hanno avuto un grande impatto sull’Asia Centrale: dato che i paesi della regione servivano come basi logistiche per i militari NATO e USA, l’Occidente li ha aiutati nell’affrontare e reprimere i gruppi islamisti. Ora che gli Stati Uniti hanno lasciato l’Afghanistan e lo Stato Islamico è una pericolosa realtà, si teme che nei paesi dell’Asia Centrale possano risorgere attività terroristiche islamiste. I governi locali dichiarano di essere preparati a sorvegliare sia i confini sia le attività interne. Ma migliaia di combattenti provenienti dall’Uzbekistan, dal Tagikistan, dal Kirghizistan e dal Kazakistan stanno combattendo in Siria e in Iraq nelle fila dello Stato Islamico.

Anche la presenza crescente dello Stato Islamico in Afghanistan desta preoccupazioni. Il rappresentante speciale di Putin per l’Afghanistan ha richiamato l’attenzione su un gruppo di combattenti dello Stato Islamico che starebbero addestrando migliaia di islamisti nel nord dell’Afghanistan, vicino al confine con Tagikistan e Turkmenistan. Putin ha espressamente richiesto un’azione coordinata per far fronte al pericolo.

 

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