Afghanistan: la guerra infinita

04/03/2016

Il 2015 in Afghanistan ha visto un forte aumento di attacchi terroristici talebani che non si sono fermati neppure durante l’inverno, nonostante le temperature glaciali. I Talebani sono convinti che la vittoria finale sia a portata di mano, perciò cercano di esercitare la massima pressione.

La NATO ha in Afghanistan 13000 uomini, di cui 9800 americani, con il compito di assistere l’esercito afgano (ANSF, Afghan National Security Forces) ad assumere in toto la responsabilità di difendere il paese. L’ANSF ha 300000 uomini, ma nel solo 2015 ha avuto 36000 disertori.

Il Gruppo di Coordinamento Internazionale per la sicurezza - composto da Pakistan, Cina, Afghanistan e Stati Uniti - si è riunito quattro volte in pochi mesi e nell’ultimo incontro a Kabul ha invitato i Talebani al tavolo dei negoziati. In risposta i Talebani hanno intensificato gli attacchi: 27 morti nel centro di Kabul in una sola settimana, in due attacchi diversi. La coesione politica del Gruppo di Coordinamento è complicata dal fatto che molti Afgani non si fidano del Pakistan, accusato di fare il doppio gioco, di  sostenere e armare segretamente i Talebani.

Ora il comando delle truppe NATO ha proposto di cambiare la tattica operativa dell’ASNF. Sino ad ora i soldati sono stati impiegati soprattutto nel controllo delle strade, in posti di blocco per il controllo dei veicoli e alla ricerca di mine ed esplosivi lungo i percorsi. Sono cioè impiegati in ruoli di sorveglianza difensiva, divisi in tanti gruppetti, molto vulnerabili ad attacchi di guerriglia. La nuova tattica sta creando  maggiori concentrazioni di forze, che andranno anche all’attacco. Questo significa lasciare ai Talebani mano libera in alcune regioni e lungo alcuni tratti stradali, come è recentemente accaduto nella provincia di Helmand, che è anche il cuore della produzione di oppio, principale fonte di finanziamento dei Talebani. Dopo il ritiro dell’esercito dalle strade, 10 dei 14 distretti della regione sono subito tornati in mano ai Talebani. Si pensa però che la presenza massiccia dell’ANSF negli altri quattro distretti, da cui potranno  essere lanciati attacchi attivamente distruttivi delle forze talebane, dovrebbe alla lunga dare risultati migliori della precedente tattica di difesa, sostanzialmente  passiva. 

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