La prossima rivoluzione industriale è già avviata

15/04/2016

Siamo agli albori di una trasformazione industriale che scardinerà alcuni aspetti della globalizzazione. Stampanti 3D, robot intelligenti, internet of things (che connette diversi dispositivi tra di loro in modo che possano comunicare e diventare più efficienti ‘imparando dall’esperienza’) e altre tecnologie software applicate alla produzione stanno per ridurre il vantaggio del disporre di manodopera a basso costo. L’impatto di queste tecnologie sarà enorme, i processi produttivi ne saranno profondamente cambiati, luogo di produzione e luogo di consumo tenderanno nuovamente ad avvicinarsi.

Si definiscono stampanti 3D macchine diverse che usano svariate tecniche − compresi il laser, il calore e i raggi ultravioletti − per costruire oggetti fatti di vari materiali, di vario tipo, utilizzando software specifici. Strato dopo strato, le stampanti 3D producono per accumulo oggetti diversi, più complessi e più leggeri di quelli tradizionali, impiegando minori quantità di materiale rispetto ai metodi tradizionali. Poiché è il software a definire il design dell’oggetto da realizzare, la stessa macchina può essere impiegata per produrre oggetti e componenti diversi. 

Sono ancora molti gli ostacoli da superare per impiegare queste tecnologie in produzioni di massa, specialmente per oggetti in metallo. La stampa 3D col metallo, al contrario di quella in plastica, è costosa e lenta, perciò il suo utilizzo su larga scala resterà limitato. Inoltre i prodotti in metallo realizzati con stampanti 3D richiedono ancora troppi processi di rifinitura. Occorre che si raggiungano standard di precisione paragonabili a quelli dei metodi tradizionali prima che i nuovi metodi possano essere impiegati su larga scala. Con la crescita della concorrenza e le continue migliorie apportate alle tecnologie, i costi dovrebbero abbassarsi e la qualità dovrebbe migliorare rapidamente. Sono molto importanti i progressi in ambito informatico, dato che è il software a guidare l’intero processo produttivo. Ma il vero salto di qualità si farà quando si potranno stampare materiali diversi con la stessa macchina. I ricercatori del MIT (Massachusetts Institute of Technology) hanno recentemente annunciato lo sviluppo di una stampante che sembra molto promettente in tal senso.

Nell’industria biomedica e in quella aerospaziale le stampanti 3D sono già parte della produzione. Grandi aziende come Google, Airbus, Boeing stanno integrando questa tecnologia nei loro processi produttivi. Nel 2014 la vendita di stampanti a metallo è raddoppiata rispetto al 2013, si prevede che raddoppierà ogni anno nei prossimi cinque anni.

È probabile che Stati Uniti, Giappone, Cina, Taiwan, Corea del Sud e parte dell’Europa saranno i primi paesi a sviluppare e adottare le tecnologie legate alle stampanti 3D. Così l’impiego di lavoro a basso costo in regioni lontane per la produzione e l’assemblaggio di beni di vasto consumo cesserà di essere economicamente vantaggioso, e gli equilibri economici globali si modificheranno. 

Stampanti 3D, robot intelligenti, internet of things (che connette diversi dispositivi tra di loro in modo che possano comunicare e diventare più efficienti ‘imparando dall’esperienza’) e altre tecnologie software applicate alla produzione stanno per ridurre il vantaggio del disporre di manodopera a basso costo.

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