Avviata la procedura UE contro Spagna e Portogallo

05/10/2016

Il 3 ottobre 2016 i commissari Jyrki Katainen e Corina Cretu hanno informato il Parlamento Europeo che la Commissione Europea sta valutando di sospendere l’erogazione alla Spagna e al Portogallo dei fondi strutturali europei, come sanzione per la violazione dei limiti di deficit stabiliti dal Patto di stabilità. La decisione sarà presa l’8 dicembre. È la prima volta che la Commissione avvia la procedura per imporre sanzioni a un paese membro per violazione del Patto di stabilità: fino a ora ha accettato le giustificazioni dei governi che si trovano ‘costretti’ a sforare. Le reazioni dell’opinione pubblica nei vari paesi dell’Unione daranno indicazione più chiara degli schieramenti d’interesse all’interno dell’UE e costringeranno i partiti filoeuropei e quelli euroscettici a posizioni più esplicite, al di là della retorica, riguardo alla politica dell’Eurozona e dell’Unione Europea. La decisione di dicembre darà anche una più chiara indicazione del grado di flessibilità che l’Unione è effettivamente disposta a usare nell’implementare politiche rigoriste.

In Grecia Syriza, il partito più fieramente ostile alla politica dell’Eurozona, posto di fronte alla scelta esplicita e immediata fra il default e l’accettazione di dure condizioni per la permanenza in Europa, ha accettato le dure condizioni, perché l’uscita dall’Europa sarebbe stata un disastro economico e politico peggiore. Ma questo accadeva 5 anni fa: ora la crisi dei migranti, il persistere della crisi economica, l’evidente mancanza di leadership in Europea e la Brexit potrebbero aprire prospettive diverse.

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