Cyber attacchi pericolosi: occorre una difesa

25/10/2016

Il 21 ottobre 2016 grandi parti di internet negli USA sono state ‘chiuse’ da cyber attacchi, incluso l’intero sistema Twitter.

Un cyber attacco consiste nell’attivazione contemporanea di un numero così grande di connessioni che il sistema non riesce a gestirle e si blocca. La novità di questi ultimi attacchi è che sono stati condotti anche utilizzando l’internet delle cose, non soltanto computer, cellulari e tablet. L’internet delle cose connette oggetti fra di loro: ad esempio la sveglia accanto al letto alla caffettiera in cucina e al riscaldamento del parabrezza, in modo che quando suona la sveglia si accenda la caffettiera per preparare il caffè e si accenda anche lo scongelatore del parabrezza in auto.

Chiunque abbia condotto l’attacco ha evitato di colpire ospedali, aerei, aeroporti e altri sistemi essenziali. Pare che abbia voluto mettere in evidenza un pericolo, più che arrecare davvero molto danno. Ma non sappiamo chi sia stato.

Internet è nato ‘per caso’, non in base a un progetto, non ha una architettura specifica. Nessuno previde come sarebbe potuto evolvere. Nessuno pensò come limitarlo. Oggi internet è una necessità di vita, ma lo è diventato per caso. Il software che circola in internet cambia costantemente interagendo con altri software e con i dati. I firewall proteggono dai virus già identificati, ma non da quelli possibili in futuro. Chiunque può inserire un software virale da cui il mondo di internet non sa difendersi, senza che nessuno possa risalire all’autore né prevedere il percorso e l’evoluzione del virus stesso.

È ora di trovare una soluzione a questo problema, perché sia possibile identificare la provenienza e l’origine di ogni dato e di ogni software, per potersi difendere da attacchi ormai evidentemente troppo pericolosi. 

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