Turchia e USA: braccio di ferro sui Curdi?

04/03/2017

Il 2 marzo 2017 la Turchia ha dichiarato di essere pronta ad attaccare lo SDF (Forze di Difesa Siriane), unità combattenti guidate dai Curdi, da lungo tempo alleate degli USA nella battaglia contro l’ISIS, se non lasciano la città di Manbij, strappata dallo stesso SDF all’ISIS la scorsa estate, ritirandosi a est dell’Eufrate.               

Turchia e USA stanno negoziando l’accordo per una grande offensiva contro Raqqa, la capitale dell’ISIS. Lo SDF non ha abbastanza forze per attaccare Raqqa, ma sino a oggi ha combattuto duramente contro l’ISIS nel nord della Siria, riuscendo a conquistare terreno. La Turchia ha finalmente deciso di sferrare l’offensiva contro l’ISIS in Siria proprio per far sloggiare i Curdi. La Turchia ha una forza militare capace di conquistare Raqqa, ma pone come condizione che lo SDF si ritiri. I Turchi vogliono anche che gli USA cessino di fornire addestramento militare, supporto logistico e copertura aerea allo SDF. Gli USA probabilmente si piegheranno, perché per debellare l’ISIS è molto più utile l’aiuto turco che quello curdo. I Curdi hanno già discusso con la Russia e con Assad la possibilità che a subentrare allo SDF nell’area attorno a Manbij sia l’esercito siriano, sostenuto dai Russi, in modo da evitare contatti e scontri sul terreno fra Turchi e Curdi. Nel timore di essere abbandonati dagli USA, i Curdi cercano ora la protezione dei Russi nei confronti della Turchia.

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