I bambini di Tulcin (Tulchyn)

27/09/2017

Sulla lunga e pericolosa via del ritorno verso Chernowitz, la famiglia di Susie si ferma a Tulcin, nel ghetto. Qui Susie vede per la prima volta dopo quattro anni altri bambini, orfani sopravvissuti grazie all’aiuto di qualcuno, per i quali si prepara il viaggio, prima in treno poi in nave, verso i villaggi ebraici della Palestina. Susie fa un tratto di strada in treno con loro. Quella nave non giungerà mai a destinazione. Qualcuno la farà colare a picco con un siluro.

Sappiamo che un milione e mezzo di bambini ebrei furono uccisi o morirono di fame e di stenti durante la Shoah: un monumento speciale li ricorda a Yad Vashem, ripetendone i nomi, uno dopo l’altro, ininterrottamente. Ogni nome conta, ogni nome è ricordato. Nella tradizione ebraica c’è una seconda morte definitiva dopo la morte fisica, quando nessuno più ricorda il nome del defunto. Ricordare e ripetere il nome dei defunti è rendere onore alla loro memoria, è un atto di pietà. Finché qualcuno ripete il nostro nome, nessuno di noi è vissuto invano. 

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