Il Brasile riprende la corsa

29/12/2017

I fertili altopiani del Midwest brasiliano con il loro clima subtropicale producono grandissime quantità di cereali, mais e soia. Ma le povere infrastrutture di trasporto che collegano queste regioni con i maggiori porti ne rendono costosa, lenta e inefficiente la distribuzione e l’esportazione.

Le esportazioni brasiliane sono costrette a percorrere un circolo vizioso per raggiungere gli acquirenti asiatici. I porti del nord sono irraggiungibili per mancanza di strade e ferrovie, perciò il grano viene inviato ai porti del sudest per essere rispedititi al nord e quindi passare attraverso il Canale di Panama.

La produzione agricola è cresciuta e governo e privati hanno progettato ferrovie e strade per connettere l’agricoltura del Midwest brasiliano ai porti nel nord. Ma i progressi per ora sono pochi, perché tutto si è fermato a causa delle grandi e lunghe indagini sulla corruzione. Alla maggior parte delle aziende costruttrici sono stati vietati contratti pubblici ed è stato bloccato l’accesso al credito della Banca Nazionale Brasiliana per lo Sviluppo.

Ora i lavori stanno riprendendo e il Brasile presto potrebbe superare la lunga crisi politica ed economica. Grandi aziende agricole come la Bunge Ltd. e la Cargill Inc. hanno preso a investire in progetti portuali e ferroviari. La Bunge ha investito più di 300 milioni di dollari nella costruzione di due porti sul Rio delle Amazzoni, inaugurati nel 2015. La Cargill e la cinese Cofco Agri, sostenuta dal China Development Bank, partecipano alla costruzione di altri grandi progetti ferroviari, fra cui la linea che connette Mato Grosso a Miritituba, la linea Nord-Sud e quella Est-Ovest. Tutte contribuiranno enormemente a sviluppare il commercio agricolo brasiliano. Sono stati presi accordi anche per costruire ferrovie che collegherebbero il Brasile, la Bolivia e il Perù, raggiungendo il porto di Ilo in Perù, aprendo così l’accesso diretto all’Oceano Pacifico ai prodotti dell’interno del Brasile e della Bolivia. 

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