L’illusione di un’alleanza impossibile in Medio Oriente

14/07/2022

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Il mese scorso il re di Giordania Abdullah II ha annunciato il suo sostegno alla formazione di un’alleanza militare mediorientale simile alla NATO. L’interesse a stabilire un patto militare regionale risale agli anni della Guerra fredda. Nel 1955 il Regno Unito contribuì a creare il Patto di Baghdad, ma l’alleanza crollò tre anni dopo, quando un colpo di stato rovesciò la monarchia irachena. Numerosi altri tentativi di cooperazione militare regionale sono falliti nel corso degli anni. La più recente è la proposta del 2017 del presidente Donald Trump di istituire un’Alleanza Strategica per il Medio Oriente (MESA), anch’essa sul modello della NATO.

Lo scorso marzo ufficiali militari di Stati Uniti, Israele, Giordania, Egitto ed Emirati Arabi Uniti si sono riuniti per valutare il pericolo dei missili balistici e dei droni iraniani. È seguito un incontro fra Blinken e le controparti degli stessi paesi e del Marocco per discutere le questioni di sicurezza in vista della prossima visita del presidente Joe Biden nella regione. Ma animosità radicata, perenne sfiducia reciproca e disaccordo sulla percezione delle minacce regionali precludono la possibilità di concreta cooperazione.

Per i paesi arabi del Medio Oriente uno degli ostacoli alla cooperazione è il timore di inimicarsi davvero l’Iran, perché l’Iran ha il potere culturale, politico e militare di destabilizzare i loro regimi. Per questo i paesi della regione, tra cui Oman, Qatar, Kuwait ed Emirati Arabi Uniti, mantengono tutti diversi gradi di partnership con l’Iran. Per quanto riguarda l’Egitto e i paesi nordafricani, che vantano le più potenti forze armate arabe, l’Iran non è un pericolo alla loro sicurezza, dunque non hanno nessun interesse a costituire un’alleanza mirata alla difesa contro l’Iran.

Per la Giordania invece l’Iran è una grave minaccia. La Giordania ha accolto la presenza militare russa in Siria come una forza stabilizzatrice sia contro i movimenti islamici radicali che contro le milizie iraniane presenti ai suoi confini settentrionali. Ora la guerra in Ucraina ha portato al ritiro delle truppe russe dal sud-ovest della Siria e alla loro sostituzione con milizie filo-iranianeQueste milizie sono molto attive nel contrabbando di stupefacenti in tutta la regione del Golfo attraverso la Giordania, il che porta a frequenti scontri al confine fra milizie iraniane ed esercito giordano. La Giordania però ha evitato di criticare apertamente l’Iran, definendo quelle milizie ‘gruppi armati canaglia attivi in ??attività illecite’. La riluttanza di re Abdullah II a nominare apertamente l’Iran mette in dubbio la sua disponibilità alla realizzazione concreta di una alleanza militare che dovrebbe necessariamente nominare l’Iran come potenziale nemico.

Fin dalla metà del XIX secolo i paesi del Medio Oriente sono abituati a dipendere da altri per la loro sicurezza: l’impero Ottomano o l’Impero britannico o gli USA. Anziché creare un’alleanza militare autonoma preferiscono ottenere il coinvolgimento diretto dell’Occidente nella loro difesa. Negli ultimi anni hanno concesso a diversi paesi, in particolare agli Stati Uniti, il diritto di stabilire basi militari sui loro territori. I reali sauditi non si fidano della capacità delle loro forze armate di difendere il Paese né dalle minacce straniere né da milizie locali come gli Houthi o le Forze di mobilitazione popolare filo-iraniane dell’Iraq. Riyadh ha speso centinaia di miliardi di dollari in appalti militari negli ultimi quarant’anni e non ha ancora un esercito combattente. Nel 2015 ha chiesto all’amministrazione Obama un impegno formale a difenderla dall’Iran, ma non l’ha ricevuto. Gli Stati Uniti vogliono mantenere un equilibrio regionale nel Golfo, non sconfiggere l’Iran.

Per quanto riguarda il clamore sulla nuova era di cooperazione arabo-israeliana, Israele sarà ben disponibile a vendere ai Paesi del Golfo sistemi antimissilistici avanzati e a promuovere relazioni commerciali, ma certamente non combatterà l’Iran per conto loro. Le alleanze militari si formano per affrontare problemi di sicurezza specifici che sono chiari e comuni a tutti i paesi partecipanti. Ma nella regione araba la possibilità di una coalizione di sicurezza stabile e duratura non è all’orizzonte.

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