Visto da Israele
La guerra e i crimini della propaganda

14/01/2009

Ben Dror Yemini, 10 gennaio 2009.

Conquisteremo Roma e poi tutta l’Europa. E quando avremo finito con l’Europa conquisteremo l’America. E di certo non rinunceremo all’Europa orientale.” L’oratore che ha bisogno di un territorio così vasto ha poi continuato dicendo che tutti gli Ebrei avrebbero dovuto essere sterminati.

Potrebbe sembrare Hitler, ma non lo è. Queste parole sono state pronunciate dal Dr. Yunis Al-Astal, un membro del parlamento palestinese. La sua retorica, così come quella di altri leader di Hamas, a proposito dello sterminio degli Ebrei e della conquista del mondo ad opera dell’Islam radicale non è poi così segreta. Sono stati registrati dalla TV di Hamas e sono disponibili per chiunque sia interessato, sul sito del MEMRI o del PMW, in ebraico, in Inglese e in altre lingue.
 
Israele e il suo elaborato apparato di pubbliche relazioni non hanno ritenuto necessario mostrare questo messaggio, così come non ne hanno mostrati altri riguardanti il pensiero di Hamas.
 
GLI ERRORI DELLA NATO
 
I rifugiati che pensavano di aver trovato rifugio si sbagliavano. Gli attacchi aerei non hanno risparmiato le loro vite. Ne sono morti più di 100. Questa non è la storia del tragico bombardamento della scuola di Gaza. Questa è la storia del bombardamento di Korisa, nell’ex-Yugoslavia. I bombardamenti erano condotti sotto l’egida della NATO e il fatto è accaduto meno di 10 anni fa, il 13 maggio 1999. Ma c’è di più. Il 12 aprile un aereo della NATO uccise altri 12 civili per errore, mentre il 14 aprile morirono 70 rifugiati. Il 27 aprile furono uccisi altri 16 civili. Il primo maggio 23 persone morirono durante un bombardamento che colpì anche un pullman. Il 6 maggio una bomba a grappolo uccise altre 6 persone. Il 19 maggio l’ospedale di Belgrado fu bombardato e morirono 3 persone. Altre 11 morirono durante un bombardamento ad un ponte il 30 maggio. Lo stesso giorno venne bombardata una casa e vennero uccisi 20 abitanti. Il giorno dopo ne perirono altri 11. Nello stesso momento l’ambasciata cinese veniva bombardata e un missile colpiva erroneamente Sofia, capitale della Bulgaria. “Siamo spiacenti per l’errore” è stata la risposta del portavoce della NATO.
 
Questo è quello che accade normalmente durante una guerra: è triste purtroppo. Non è necessario che gli Europei ripercorrano la storia fino al bombardamento di Dresda. Basta che rivolgano il loro sguardo indietro di dieci anni, prima di fare la predica a Israele. Israele non ha raggiunto, e non raggiungerà mai, nemmeno un decimo dei morti uccisi dalle democrazie europee nelle cosiddette “guerre giuste”.
 
ISRAELE NON DEVE SPIEGAZIONI ALL’EUROPA
 
L’Europa è cambiata? Il seguente estratto proviene da un rapporto del segretario generale delle Nazioni Unite: “nel 2007 delle 8000 vittime dell’Afghanistan, 1500 sono civili.” Di quei 1500 due terzi sono stati assassinati dai Talebani. Gli altri, circa 500, sono periti durante i bombardamenti dell’uno o dell’altro esercito, compreso quello europeo, che opera nella regione sotto la NATO.
 
Gli esperti dicono che questi numeri sono significativamente inferiori a quelli reali. Nel 2008 la situazione è peggiorata e sono stati uccisi molti più civili. Infatti, proprio in questi giorni, gli eserciti europei stanno uccidendo civili e si giustificano affermando che “è inevitabile durante la battaglia contro i Talebani”.
 
Israele non deve nessuna spiegazione all’Europa. Loro ne devono a noi. I Talebani non sparavano razzi contro le città europee, i Talebani non hanno mai dichiarato di voler uccidere tutti gli Europei. Hamas incita allo sterminio degli Ebrei nella sua carta e nei sermoni dei suoi leader. Gli Europei però credono che rimanere in Afghanistan sia utile, perché permette loro di infierire un colpo al fanatismo religioso. Proprio come fa Israele contro Hamas. In ogni caso, i la minaccia di Hamas per Israele è molto maggiore di quella dei Talebani per l’Europa.
 
Allora perché gli Europei hanno il diritto di combattere a migliaia di chilometri da casa loro, di uccidere migliaia di civili innocenti dichiarando che la loro è una giusta causa mentre Israele non può? Qualcosa non torna.
 
UNA PROPORZIONE
 
Migliaia di militanti Talebani perdono la vita ogni anno mentre solo poche decine di soldati europei cadono negli scontri. Centinaia di migliaia di civili muoiono in Afghanistan mentre non ne muore nessuno in Europa. E l’Europa vuole insegnarci l’etica della guerra? E parla di “risposta proporzionale? Ma stiamo scherzando?
 
LIBANO, SIRIA E GIORDANIA
 
Mi soffermerei ancora un momento sulla questione delle proporzioni. All’inizio degli anni ’80 Hafez Asad, a quell’epoca presidente della Siria, si trovò a dover gestire una insurrezione islamica contro il regime, guidata dai Fratelli Musulmani. Asad trovò una soluzione al problema: il massacro di Hama. Non si ha memoria di manifestazioni e rivolte arabe. Fra i 20.000 e i 40.000 civili, donne, bambini e persone innocenti, furono scannati per sconfiggere l’islam radicale.
 
Nel 1970 il re Hussein di Giordania affrontò di petto una ribellione palestinese, che passa sotto il nome di “settembre nero”Vaste aree popolate furono bombardate e morirono fra i 7.000 e i 25.000 individui. Questo fu il metodo utilizzato da re Hussein per combattere il radicalismo dei Palestinesi.
 
A maggio del 2007 scoppiò un conflitto fra l’esercito libanese e un piccolo gruppo, Fatah al Islam, nel campo profughi di Al Bared, in Libano. Il gruppo faceva parte del movimento mondiale jihadista. L’esercito libanese non optò per l’intervento di terra, ma decise di bombardare il campo. Più di 300 persone morirono nel campo profughi, alcuni erano militanti, altri civili: 6 soldati dell’UNIFIL e due lavoratori della Croce Rossa furono uccisi. Il campo profughi venne distrutto. Fra i 33.000 e i 40.000 individui si ritrovarono senza casa. I soldati libanesi non volevano correre rischi inutili: il numero dei militanti che dovevano affrontare era piccolo, di sicuro inferiore ai 16.000 terroristi di Hamas che si nascondono nei tunnel di Gaza. Se fossero i Libanesi a dover affrontare il problema, a Gaza non vi sarebbe più una casa in piedi. Gaza stessa e Jebalya verrebbero spazzate via dalla faccia della terra.
 
Quando il Libano iniziò ad occuparsi dell’Islam radicale, la maggioranza dei paesi, arabi e non, iniziò a gioire. Utilizzava dei metodi che Israele non si sarebbe mai sognato di utilizzare. La maggior parte delle vittime era innocente. Il terribile ritratto di morte e di distruzione, disponibile per chiunque sia interessato, non causò proteste di massa nelle strade di Londra e di Parigi. Al contrario il Libano ricevette numerosi applausi. D’altronde gli Arabi possono “prendersi cura” di altri arabi.
 
Perché il Libano può adottare misure brutali per sradicare l’Islam radicale? Perché l’Europa può permettersi di andare in giro per il mondo per sconfiggere il terrorismo? Perché Israele non può fare lo stesso anche se si trova a dover affrontare una minaccia di gran lunga maggiore?
 
L’IMPERTINENTE ERDOGAN
 
Erdogan, l’impertinente leader turco, si è accodato alle critiche nei confronti di Israele. Impertinente perché dovrebbe tacere. Nel suo paese vigono leggi che impediscono di menzionare i crimini perpetuati contro gli Armeni. Se Israele adottasse il modello Turco, un terzo di tutti i ricercatori delle facoltà umanistiche nelle università israeliane dovrebbe essere in prigione, visto che in Israele parlare di “Nakba” (il termine "al-Nakba" significa "la catastrofe" il così detto olocausto Palestinese) e di altre tematiche anti israeliane conduce ad una promozione.
 
Vorremmo ricordare ad Erdogan le decine di migliaia di Kurdi uccisi o massacrati nel tentativo di farli tacere. Permetteteci inoltre di ricordargli Leyla Zana e del breve discorso da lei tenuto il giorno della sua elezione al parlamento turco. Non appoggiò il terrorismo. Non elogiò il lancio di razzi dai villaggi Kurdi sui villaggi Turchi. Non disse che i Kurdi sono dei martiri. Non si avvicinò a dire nulla di tutto ciò. E finì il suo discorso di insediamento con la frase: “ faccio questo giuramento per la fratellanza tra il popolo Turco e il popolo Kurdo”. Il suo crimine fu che pronunciò questa “terribile” frase in kurdo. In base alla legge turca parlare il kurdo è considerato un crimine. Perse la sua immunità parlamentare e fu condannata a 10 anni di prigione. Quando scrisse dal carcere la sua sentenza fu prorogata di altri due anni.
 
Ditelo ai membri arabi del parlamento israeliano. Se dipendesse da Erdogan sarebbero tutti in prigione invece di ammirarlo. L’ipocrisia è stata sempre una caratteristica che li ha contraddistinti. Ora è anche una caratteristica di Erdogan.
 
L’IMPORTANZA DEI COMBATTIMENTI IN TV
 
Nella lotta tra Israele e Hamas non ci può essere vittoria senza la legittimazione della causa. Israele non è la Russia in Cecenia, o la Nato contro i Talebani, e tanto meno il Libano che cancellò un intero campo di rifugiati e venne applaudito. Israele ha bisogno di appoggio. Israele può vincere solo dicendo la verità. Israele ci sta provando, ma i suoi messaggi non sembrano raggiungere gli altri paesi. Nessuno sembra capire che Hamas è un organizzazione anti semita che trova nello sterminio degli ebrei la sua ragione di esistere. E neanche il fatto che Hamas voglia conquistare il mondo.
 
Questo fallimento di comunicazione ha ridotto l’appoggio che Israele ebbe durante i primi giorni di guerra. Ma la verità è che questo non è un fallimento esclusivo di Israele. Se Hamas vince la propaganda di guerra, potrebbe trasformarsi nel fallimento del mondo intero. Noi, persone consapevoli, non possiamo permetterci di perdere. La verità deve prevalere.
 
 
 
 

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