Interessi russi
verso i paesi baltici

20/01/2009

16 gennaio 2009   I paesi baltici recentemente hanno visto un aumento del malcontento sociale, in seguito all’introduzione di alcune misure economiche con cui i vari governi intendono fronteggiare la crisi economica in corso. Negli ultimi giorni in Lettonia e in Lituania si sono registrati violenti scontri fra polizia e manifestanti.     I governi hanno infatti deciso di tagliare le spese e di aumentare le tasse, per arginare la recessione. Dopo anni di forte crescita, dovuta all’iniezione di denaro da parte delle banche straniere, l’economia improvvisamente è crollata, gli investitori si sono ritirati per salvarsi dalla crisi e la disoccupazione è aumentata in misura esponenziale. La Lettonia si è rivolta a dicembre dello scorso anno al Fondo Monetario Internazionale per ottenere un prestito da 7,5 miliardi di euro ed è probabile che a breve anche la Lituania faccia lo stesso.   I disordini nelle repubbliche baltiche vengono osservati con interesse dalla Russia, che nutre tuttora degli interessi nella regione: queste si trovano infatti in una posizione strategica fra la Russia europea e le potenze del Mar Baltico, Svezia e Germania. Dal momento che Mosca intende ritornare al suo antico splendore, potrebbe servirsi delle minoranze russe dei singoli paesi per infiammare ulteriormente le proteste e destabilizzare i governi al potere.   In passato il Cremlino ha cercato di fare pressione sui paesi baltici in diversi modi, interrompendo il flusso di petrolio, lanciando attacchi cibernetici e istigando la popolazione di etnia russa alla ribellione. La Russia possiede ancora un’attiva rete di servizi segreti nella regione e potrebbe servirsene per alimentare il malcontento e trascinare i paesi baltici nel caos. In questo modo i diversi governi, occupati a calmare le acque sul fronte interno, non potranno ostacolare la rinascita della potenza russa nella regione.   

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