Il conflitto nello Sri Lanka
una introduzione, un'analisi e una previsione

26/02/2009

 

Da quasi trent’anni il governo dello Sri Lanka è impegnato in una guerra civile con le Tigri per la liberazione della patria Tamil (LTTE) più conosciuti come Tigri del Tamil, la cui lotta mira a uno stato indipendente per la minoranza Tamil dell’isola. Nel 2002 il governo e le Tigri del Tamil raggiungono un accordo per il cessate il fuoco, ma entrambi le parti non rispettano la tregua. Dopo numerose fallimentari negoziazioni di pace il governo dell’isola si ritira ufficialmente dal processo di pace nel gennaio 2008. Inizia così una feroce offensiva militare contro i ribelli fino al febbraio 2009 quando il governo dichiara di essere vicino alla vittoria definitiva sul gruppo separatista.

Gli esperti affermano che per una pace duratura il governo dovrà trovare una soluzione politica al conflitto etnico tra la maggioranza cingalese e la minoranza Tamil. L’Unione Europa e il Canada si sono uniti agli Stati Uniti, India e Australia nel dichiarare le LTTE un’ organizzazione terrorista, cosa che ha reso più difficile al gruppo ottenere finanziamenti esteri. La guerra civile ha ucciso più di 70.000 persone. Gruppi di osservatori internazionali hanno accusato sia le Tigri del Tamil che il governo dello Sri Lanka di violazione dei diritti umani, estorsione e utilizzo di bambini soldato.

 

Storia

Lo Sri Lanka è stato segnato da conflitti etnici sin dalla sua indipendenza nel 1948. Dai dati del censimento del 2001 è evidente che i principali gruppi  etnici sono i Cingalesi (82%), i Tamil( 9.4%) e gli Sri Lanka Moor (7.9%).  In seguito all’indipendenza i Cingalesi, favoriti dai britannici  durante il periodo coloniale, privarono del voto i lavoratori immigrati dall’India Tamil e dichiararono il cingalese lingua ufficiale. Nel 1972 i Cingalesi cambiarono il nome al paese da Ceylon a Sri Lanka e fecero del buddhismo la religione di stato.  Nel 1976 , mentre crescevano le tensioni etniche,  fu fondato il LTTE sotto la guida di Velupillai Prabhakaran,  che iniziò una campagna per un territorio nazionale Tamil nel nord-est dello Sri Lanka, dove risiedeva la maggior parte della popolazione Tamil.  Nel 1983 le Tigri del Tamil tesero una imboscata ad un convoglio dell’esercito uccidendo 13 soldati e innescando una serie di rivolte nelle quali persero la vita più di 2500 Tamil.

L’India, che ospita una larga minoranza Tamil, dispiegò un contingente in missione di peacekeeping nel 1987, ma  abbandonò il campo dopo tre anni,  lasciando il paese in una escalation di violenza.  Durante il  conflitto le LTTE si dimostrarono una tremenda organizzazione terroristica, temuta per gli attacchi suicidi e il reclutamento di soldati bambini.  Il dipartimento di stato statunitense inserì le LTTE nella lista delle organizzazioni terroristiche nel 1997.  Nel 2002  l’intermediazione norvegese portò ad un cessate il fuoco tra le LTTE e il governo dello Sri Lanka. I colloqui di pace si interruppero l’anno successivo, ma la tregua sembrò durare. Il motivo della fragile tregua fu  la devastazione portata dallo tsunami del 2004,  che causò 30.000 morti nell’isola.

Nell’agosto del 2005  l’assassinio di Lakshman Kadirgamar, Ministro degli Esteri dello Sri Lanka, riaccese il conflitto.  

Nei due anni successivi sia il governo che i ribelli violarono ripetutamente il cessate il fuoco. Nel gennaio del 2008 un parlamentare disse: “è inutile trattare con loro ora” riferendosi ai membri delle LTTE . 

Il governo denunciò formalmente il cessate il fuoco e chiese  agli osservatori norvegesi di lasciare il paese.  Iniziò la  campagna per snidare i membri delle LTTE . Nel febbraio 2009 il governo ha dichiarato di essere vicino alla completa disfatta dei ribelli.

 

Il governo riprende  il controllo del paese

Nelle elezioni del novembre 2005  il candidato Ranil Wickremasignht dell’ UNP (partito di unità nazionale) fu sconfitto dal candidato Mahinda Rajapaksa,  che aveva adottato una dura linea anti LTTE. Rajapaksa alleò il suo partito SLFP (Partito per la Libertà dello Sri Lanka) con due sostenitori della linea anti LTTE: Janatha Vimukthi Peramuna, un marxista del partito JVP (Fronte del popolo per la Liberazione), e il nazionalista Jathika Hela Urumaya del JHU (Partito per l’eredità nazionale) controllato da monaci buddhisti. Anche i parlamentari mussulmani si schierarono in questa alleanza contro le Tigri.

Nel 2006 il governo lanciò una campagna militare per snidare e sconfiggere il LTTE, e alla fine di luglio 2007 riprese il controllo della zona orientale del paese.

 

Finanziamenti e fondi per le Tigri

Circa un quarto della popolazione Tamil mondiale vive fuori dallo Sri Lanka. Molti risiedono in Canada, in Inghilterra e in India. Molti Tamil che vivono all’estero sostengono gli sforzi delle LTTE, che spesso usano l’intimidazione per assicurarsi  fondi dall’estero. Le tattiche di finanziamento delle Tigri includono l’intimidire gli espatriati obbligandoli a sovvenzionare l’organizzazione per proteggere la sicurezza dei membri della loro famiglia nello Sri Lanka, come anche rapire ricchi Tamil nello Sri Lanka per ottenere  riscatti. I membri della comunità Tamil all’estero parlano della cultura del terrore che circonda le tattiche coercitive delle LTTE per spingerli a sovvenzionare l’organizzazione. Il dipartimento di stato statunitense afferma che le LTTE utilizzino anche associazioni di beneficenza come l’Organizzazione Tamil per la Riabilitazione per raccogliere finanziamenti. In questo modo le LTTE si sono trasformate in una delle organizzazioni militari più ricche del mondo.

 

Il ruolo dell’India nel conflitto

Durante gli anni ’70  un’agenzia esterna ai servizi segreti indiani chiamata RAW (l’Ala per la Ricerca e l’Analisi) addestrava e armava le LTTE, ma nelle anni ’80, con il crescere degli attentati terroristici del gruppo, l’India strinse un accordo con il governo dello Sri Lanka per l’invio di truppe in missione di pace nell’isola.

Il contingente indiano non è stato in grado di interrompere il conflitto. Il primo ministro indiano Rajiv Ghandi al tempo dello schieramento dei corpi di pace venne assassinato in un attacco suicida delle LTTE nel 1991, stessa sorte toccata dal presidente cingalese Premadasa nel 1993.

 

Il ruolo degli Stati Uniti

Washington non ha giocato un ruolo importante nella guerra civile dello Sri Lanka. Gli Stati Uniti hanno finanziato lo Sri Lanka fin dalla sua indipendenza nel 1948 con più di 3.6 miliardi di dollari, la maggior parte sotto forma di aiuti alimentari.  Gli aiuti militari sono stati sospesi nel 2007 in seguito alle violazioni dei diritti umani.

Dal 2008 gli Stati Uniti sono tornati a lavorare con il governo dello Sri Lanka.

 

Il futuro del conflitto

Oggi molti esperti confermano che le capacità militari delle Tigri del Tamil sono state quasi completamente schiacciate.   Rimangono ancora focolai di guerriglia attivi. Robert Rotberg, responsabile del programma sulla Risoluzione dei Conflitti dell’università di Harvard,  afferma  che la guerriglia potrebbe andare avanti per anni se non viene a mancare il leader Prabhakaran.  Diversamente dal 1990, quando le affermazioni del governo in merito ad una sconfitta imminente delle LTTE erano incorrette, l’esercito, oggi meno corrotta e più forte, è riuscito ad assestare un duro colpo alle Tigri Tamil.

Ma il grande e vero problema per una reale integrazione della minoranza Tamil nella popolazione rimane, anche se le Tigri verranno definitivamente sconfitte. È indispensabile che il governo si attivi  per offrire un giusto accordo ai Tamil e li integri più efficacemente nella nazione attraverso programmi politici. Il portavoce del Forum democratico dello Sri Lanka, Ahilan Kadirgamar, un gruppo attivista indipendente che promuove la democrazia, afferma che il governo non ha ancora dimostrato abbastanza interesse per attivare il processo politico.  La maggior parte dei politici del paese negli ultimi trent’anni ha mantenuto rapporti con le LTTE,  attraverso i  successivi tentativi dei governi di distruggere l’avversario,  oppure  di negoziare.

 

 curato da Emanuela Borgnino

 

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