La Russia
di fronte alla crisi

06/03/2009

5 marzo 2009 La Russia ha dovuto affrontare una lunga serie di problemi negli scorsi  mesi. Gli investimenti stranieri, che avevano raggiunto i 28 miliardi di dollari nel 2007, si sono ridotti a pochi miliardi. Le due borse russe, la Russia Trading System (RTS) e la Moscow Interbank Currency Exchange (MICEX) sono crollate rispettivamente del 78 e del 67% dal  maggio del 2008. I cittadini Russi hanno ritirato 290 miliardi di dollari dalle banche del paese per paura di un collasso finanziario. Il rublo si è svalutato di un terzo rispetto al dollaro dall’agosto del 2008. Finora il Cremlino ha speso 200 miliardi di dollari per salvare la propria valuta, ma inutilmente. Il governo ha permesso dozzine di minisvalutazioni dall’agosto scorso, che hanno portato il valore del rublo al livello del 1998.   Mosca ora si trova davanti tre opzioni: ·         Può continuare a immettere soldi in quello che sembra un buco nero. Realisticamente una scelta simile non potrebbe durare più di sei mesi, dato che le riserve, pari a 750 miliardi di dollari nell’agosto del 2008, sono ormai scese a poco meno di 400 miliardi a causa delle varie misure antirecessione (la difesa del rublo è soltanto una di queste). ·         Abbandonare ogni difesa del rublo e lasciare che crolli.   Questa soluzione non sarebbe particolarmente dannosa per Mosca e per molte industrie del paese (energetiche e metallurgiche) dato che le riserve del Cremlino, delle istituzioni russe e della maggior parte delle aziende russe sono in dollari o in euro. Le piccole imprese e la popolazione comune perderebbero invece  tutto, proprio come nel crollo del rublo dell’agosto del 1998. ·         Sganciare   il rublo  dal mercato  e utilizzarlo  esclusivamente negli scambi interni.  La reintroduzione di un sistema chiuso però priverebbe il rublo di ogni valore all’estero e probabilmente anche all’interno – il mercato nero e i piccoli industriali sarebbero costretti a seguire l’esempio governativo e convertirsi agli euro o ai dollari.   Secondo alcune fonti il Cremlino cercherà di combinare la prima e la seconda opzione, permettendo una serie di piccole svalutazioni e continuando in parte a difendere il valore del rublo per non raggiungere un collasso finanziario simile a quello del 1998.   Da quando Putin si è insediato al potere ha cercato di creare l’immagine di una Russia forte e finanziariamente stabile. Questa politica è stata un caposaldo negli ultimi anni. Ma Mosca si è guadagnata  fiducia  sul mercato finanziario soltanto perché poteva contare sugli ingenti introiti derivanti dalla vendita del petrolio e del gas naturale,  non perché avesse veramente ristrutturato il sistema economico interno.  Ora però la Russia non può negare l’evidenza ed è costretta ad ammettere la sua disastrosa situazione economica.   La vera natura della Russia   Anche se la Russia sta perdendo la  sicurezza finanziaria, la recessione globale non ha intaccato i veri punti di forza del paese. La Russia non ha mai dovuto servirsi del denaro altrui e non ha mai utilizzato la stabilità economica per incrementare il proprio potere politico e garantirsi una certa stabilità sociale. Anche oggi la Russia continua a contare su alcuni importanti pilastri che ne fanno  una superpotenza.   ·         Geografia. A differenza degli Stati Uniti, la Russia confina con quasi tutte le regioni su cui intende proiettare la propria influenza e solo poche barriere geografiche la separano dai propri obiettivi. Solo il Caucaso presenta alcune difficoltà, ma la presenza di enclave filo-russe in Georgia garantisce al Cremlino un punto d’appoggio. Anche se gli Stati Uniti al momento non fossero impantanati in Afghanistan e in Iraq, avrebbero serie difficoltà ad arginare l’avanzata russa verso un paese confinante.  ·         Politica. Non è un mistero il fatto che il Cremlino usi il pugno di ferro per mantenere il controllo domestico. Il Cremlino ha ancora un vivo ricordo della rivoluzione del 1917 e del collasso del 1991 e ha creato un meccanismo di controllo per evitare che accada di nuovo qualche cosa di simile.  Per questo in Russia c’ è un unico grande partito al governo, i mezzi di informazione sono sottoposti a rigido controllo, il diritto di manifestare è limitato e i servizi segreti controllano ogni aspetto  della vita russa. I vicini della Russia, specialmente in Europa, non possono contare su un sistema simile. ·         Sistema sociale. Durante l’industrializzazione dell’Unione Sovietica gli operai lavoravano in condizioni terribili per il “bene dello stato”. Questa mentalità ha reso la Russia economicamente forte e tuttora i Russi, sebbene non lo ammettano, continuano a lavorare per mantenere l’integrità dello stato anche senza ricavarne  beneficio alcuno. Quando l’Unione Sovietica è collassata nel 1991, la Russia non si è fermata del tutto – i lavoratori hanno continuato a lavorare anche se non venivano pagati. Lo stesso è accaduto nel 1998 quando lo stato è crollato finanziariamente. Questa mentalità è sostanzialmente diversa da quella occidentale. La maggior parte dei Russi non organizzerebbe mai proteste di massa in stile europeo contro la crisi economica, e il governo sa che la popolazione continuerà ad appoggiare lo stato. ·         Risorse naturali. La Russia possiede una vasta gamma di risorse naturali di ogni tipo, dal cibo      ai metalli, dall’oro al legname. Il mercato può oscillare e il rublo può perdere valore, ma l’economia russa può contare sull’accesso ai beni primari per la sua sopravvivenza. Mosca si può servire di queste risorse per un duplice scopo: da una parte rendersi indipendente dal resto del mondo e dall’altra proiettare efficacemente il proprio potere oltre i confini. L’energia russa è un’arma fondamentale – ad esempio l’Europa dipende dal gas naturale per oltre un quarto delle  sue importazioni. Finora la Russia si è ampiamente servita di questo strumento, alzando i prezzi o tagliando i rifornimenti quando necessario. ·         Esercito. L’esercito russo è in via di ristrutturazione ed è in crescita. Mosca ha già dato una dimostrazione di quello che può fare durante la guerra in Georgia dell’agosto 2008. La Russia ha iniziato a puntare sul proprio arsenale nucleare per assicurarsi l’integrità territoriale e raggiungere in futuro il livello dei rivali americani. ·         Intelligence. La Russia può vantare servizi segreti fra i più sofisticati e forti del mondo. Storicamente solo gli Stati Uniti le hanno tenuto testa, anche se al giorno d’oggi i Cinesi stanno raggiungendo le due superpotenze. Il KGB (ora FSB) è capace di suscitare la paura in tutto il mondo, non solo in Russia. L’FSB è infiltrato in buona parte delle ex repubbliche sovietiche e degli stati satelliti, e arriva fino all’America Latina e agli Stati Uniti. I servizi segreti russi sono penetrati nelle realtà politiche, militari e commerciali di altri paesi fino ai massimi livelli. La Russia ha incrementato l’attività di intelligence da quando Putin, ex membro del KGB, è salito al potere insediando al Cremlino molti dei suoi ex collaboratori. Questa struttura è stata costruita meticolosamente per più di cinquant’anni e non è eccessivamente costosa, perché si basa principalmente sulla collaborazione degli individui e sulla delazione. La Russia è riuscita ad incorporare fra i suoi informatori anche altre reti, fra cui la criminalità organizzata e alcuni membri della Chiesa Ortodossa, creando un vasto e intricato sistema. I servizi segreti russi sono molto più vasti di quelli degli altri paesi e riescono a coprire quasi tutto il pianeta. In ogni caso Mosca preferisce concentrarsi sull’immediata periferia per contenere i costi e non lasciarsi sfuggire i paesi limitrofi.   Anche in un’epoca di crisi, il Cremlino comunque può contare su alcuni strumenti che gli permettono di mantenere una certa coesione su piano interno e di proiettare la propria influenza all’estero.   Fonte: Strategic Forecast

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