Al Qaeda minaccia
i Sauditi in Pakistan.

05/03/2009

Da una analisi di Scott Stewart e Kamran Bokhari per Strategic Forecast, del 13 marzo 2009.
  Il 5 marzo l'Ambasciata Saudita a Islamabad ha ricevuto minacce di attentati alle strutture saudite in Pakistan, apparentemente da parte di al-Qaeda. I due analisti ritengono altamente probabile che si tratti effettivamente di al-Qaeda.  Sin dai primi proclami del 1996 Bin Laden ha sempre accusato i Sauditi di collaborazionismo con l'alleanza sionista e crociata e di governare con 'malvagità e ingiustizia'. Dal 2003 i Sauditi hanno  lanciato campagne efficaci per combattere il jihadismo all'interno del mondo sunnita, che hanno spinto gli ideologi di al Qaeda ad intensificare la campagna anti-saudita. Il 28 luglio 2008  l'ideologo di al-Qaeda Abu Yahya al-Libi ha invitato a uccidere il re saudita, in quanto tiranno e ateo, in un videomessaggio registrato. Nel maggio precedente c'era già stato l'invito ai clerici  sauditi da parte di al Qaeda a  ribellarsi ai Saud, colpevoli di aver espresso sostegno al dialogo inter-religioso con Cristiani ed Ebrei e di essere pronti a riconoscere lo stato di Israele nel corso di accordi di pace con i Palestinesi.    I Sauditi hanno anche dato un aiuto determinante agli Americani nell'organizzare gli Awakening Councils sunniti in Iraq, che hanno permesso la pacificazione del paese. Hanno anche attivamente operato per dissuadere i Sunniti dal fornire sostegno finanziario ai jihadisti. Ma soprattutto hanno attivato la rete degli imam per una campagna ideologica contro la violenza jihadista, condannata perchè contraria allo spirito del Corano. La campagna saudita ha messo in ginocchio al-Qaeda in Arabia, che ha reagito rafforzando la propria organizzazione in Yemen, per attaccare di lì la monarchia saudita.   Il ruolo dei Sauditi in Afghanistan L'Arabia Saudita ed il Pakistan furono i promotori e sostenitori della guerra dei Talebani contro i Sovietici in Afghanistan negli anni'90. Insieme agli Emirati Arabi Uniti furono gli unici paesi al mondo a riconoscere il regime talebano in Afghanistan nel 1996. Dopo l'11 settembre 2001 Pakistani e Sauditi tentarono entrambi di convincere i Talebani a  rompere l'alleanza con al Qaeda e consegnare Bin Laden agli Americani, ma inutilmente. Da allora  entrambi i paesi hanno seguito un acrobatico cammino politico e diplomatico per essere attivi alleati degli USA contro i Talebani, e tuttavia mantenere aperti buoni rapporti con almeno una parte dei Talebani, per non perdere influenza sulla regione e per non permettere una ribellione dei Talebani in Pakistan. ttualmente i Sauditi sono parte attiva nelle trattative indirette fra i Talebani e gli USA  per pacificare l'Afghanistan. Pacificare i Talebani afghani significa pacificare prima di tutto i Talebani pachistani, perchè abbandonino il jihad e accettino la collaborazione fattiva con il governo pakistano e con il nuovo governo afghano. I Sauditi hanno una potenza ideologica e finanziaria che permette loro di essere molto influenti, benchè siano un paese di scarsa rilevanza militare e politica.   La roccaforte ideologica e fisica di al-Qaeda e della sua dirigenza è in territorio talebano, nelle montagne a cavallo fra il Pakistan e l'Afghanistan. Lì si combatte la battaglia decisiva  per le sorti del jihadismo sunnita. Le manovre dei Sauditi per allontanare i Talebani dal jihadismo sono pericolosissime per al Qaeda, che metterà in opera tutte le sue risorse per contrastarle. In questo contesto sono molto probabili attacchi ai Sauditi in Pakistan e alle linee aeree saudite.  Le ampie capacità di azione di al Qaeda in Pakistan sono state ampiamente dimostrate anche in anni recenti dall'attacco all'ambasciata danese a Islamabad e dall'assassinio di Benazir Buttho. Entrambi gli attentati sono stati rivendicati da Mustafa Abu al-Yazid, capo delle operazioni di al Qaeda in Afghanistan e Pakistan.  

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