6 milioni: e ognuno era qualcuno

11/07/2017

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Sei milioni.

6.000.000.

 

Questo numero sarà impresso per sempre nell’animo del popolo ebraico.

Quel numero richiama alla mente di chiunque un unico pensiero: la Shoah.

Sei milioni di Ebrei vennero uccisi dai Nazisti e dai loro collaboratori.

 

Esistono musei come lo Yad Vashem.

Giornate apposite come il Giorno della Memoria.

Programmi, incontri, film, opere artistiche.

 

Il libro contiene un’unica parola: Ebreo.

Compare in 40 colonne distribuite su 120 righe in ognuno dei 625 fogli (1250 pagine).

Ogni pagina 4800 Ebrei.

Ci sono sei milioni di ebrei in questo libro.

 

Sfoglia le pagine. Scegline uno a caso. Tieni il libro a una certa distanza.

Nota come le pagine e le colonne non sembrino altro che un disegno.

Poi guarda da più vicino. Concentrati su un Ebreo. Pensa a un vero Ebreo, una persona reale.

Un parente, magari, o un amico. O forse a te stesso.

Una persona viva, che respira.

Uccisa dai nazisti e dai loro collaboratori.

 

Ora scegli casualmente una fila. Un’intera famiglia.

Genitori e fratelli, zie e zii, cugini. Tutti morti.

 

Ora guarda un’altra fila. Potrebbe rappresentare la tua classe a scuola.

O un gruppo di amici e vicini di casa.

 

Un’intera pagina potrebbe rappresentare una bellissima comunità ebraica,

da qualche parte in Europa – sradicata.

 

Questo libro contiene la parola Ebreo 6.000.000 di volte.

E ognuna di queste era una persona.

Uomini, donne, bambini.

 

Sono morti.

Ma noi li ricordiamo.

 

 

 

Il testo qui sopra è l’invito dell’autore, che facciamo nostro e speriamo ogni scuola voglia far proprio al fine di:

-              mettere sotto la lente di ingrandimento ogni vittima, darle un nome e un volto, ricostruire il suo ambiente di vita;

-              ricostruire la sua storia e quella della sua famiglia, degli amici e parenti morti e di quelli sopravvissuti, di chi li ha aiutati a sopravvivere.

 

Così ogni generico ‘jew’ sarà non soltanto una persona, ma anche l’anello di una catena che raggiunge più generazioni, più popoli, più paesi. Una grande mappa potrà portare il segno del passaggio di vittime, sopravvissuti, giusti e loro discendenti: i risultati saranno sorprendenti e significativi, perché presto si vedrà che le storie coprono tutto il globo.