L’attacco aereo dell’India al Pakistan dello scorso 7 maggio, in rappresaglia dell’attacco terroristico in Kashmir di due settimane prima, ha costituito il primo test importante per i sistemi aerei di fabbricazione cinese, usati con competenza dai Pakistani.
Dei conflitti in corso in Africa i nostri media parlano poco, ma a fine 2024 avevano causato ben 45 milioni di “sfollati”, cioè di persone che debbono abbandonare case e averi, lavoro, scuola e inserimento nella vita della società. La maggior parte sono sfollati interni, che vengono internazionalmente definiti “Internally Displaced Persons” o IDP’s. Milioni di persone hanno attraversato i confini come “refugees” (rifugiati e/o richiedenti asilo), ma gli sfollati interni (IDP’s) a seguito di guerre civili vivono condizioni peggiori, perché privi di assistenza dall’estero e di protezione dalle diverse milizie in guerra fra loro.
A partire dagli scontri del 2020 tra militari cinesi e indiani nella valle di Galwan, nel Ladakh conteso fra India e Cina, la Cina ha fortemente potenziato la propria presenza militare lungo la Linea di controllo effettivo (LAC). Ora schiera circa 20.000-25.000 soldati nelle regioni di Ngari e Shigatse, affiancati da unità di artiglieria, difesa aerea e logistica. La Cina potrebbe schierare altri 50.000 soldati nel giro di pochi giorni grazie a infrastrutture stradali e aeree ben sviluppate.
Il 23 e 24 aprile 2025 India e Pakistan hanno annunciato una serie di misure radicali per ridurre i legami bilaterali, dopo un attacco terroristico nel Kashmir amministrato dall'India, in cui sono morti 26 civili e ne sono stati feriti altri 17.
Il governo indiano ha deciso la sospensione di un importante trattato che regola la condivisione delle acque del fiume Indo tra i due Paesi. Ha inoltre dichiarato persone non gradite i consiglieri militari del Pakistan a Nuova Delhi e ne ha ordinato la partenza e ha annunciato la riduzione del proprio personale diplomatico a Islamabad da 55 a 30 unità. L’india ha inoltre annunciato la chiusura del valico di frontiera di Attari-Wagah (l'unico valico terrestre operativo con il Pakistan) e il blocco del rilascio di visti speciali ai cittadini pakistani. Ha poi ordinato ai cittadini pakistani di lasciare l'India entro il 27 aprile.
Dopo la fine della Guerra fredda la Turchia ha iniziato ad adottare la tradizionale politica delle piccole e medie potenze geograficamente collocate ai margini dei principali blocchi di interesse politico-militare-economico. Si tratta di paesi che non possono quasi mai permettersi di schierarsi in toto con l’uno o con l’altro grande blocco, perché non hanno sufficienti garanzie né dall’uno né dall’altro. Giocano perciò il loro sostegno su tutti i tavoli, condizionandolo a concessioni, aiuti e contratti, e badano a mantenere aperta l’interlocuzione con tutti.