A maggio 2009 è apparso in Afganistan una nuova versione in Pashto (la lingua dei Talebani) del 'Libro guida per i Mujahedin dell'Emirato Islamico di Afghanistan', scritto dal mullah Mohammad Omar. La versione precedente risaliva al 2006.
Questo libro è apparso recentemente, dopo che i leader occidentali hanno iniziato a intessere i primi contatti per coinvolgere i comandanti talebani moderati e i loro seguaci e mettere fine al conflitto.
Nel libro si ribadisce più volte la necessità di rafforzale l’autorità centrale, in modo da controllare i vari rami dei Talebani.
Sul retro del libro il mullah Omar afferma inoltre che lo scopo ultimo del “jihad” deve essere la protezione della vita e della proprietà della popolazione.
Wadir Safi, professore all’Università di Kabul, ritiene che
i leader talebani vogliano ristabilire la disciplina fra i Talebani e prendere le distanze dagli efferati crimini che gli hanno fatto perdere consensi presso la popolazione negli ultimi anni.
Il mullah Omar ha adottato la strategia degli Occidentali, dato che vuole scongiurare inutili morti fra i civili per non inimicarsi la popolazione afgana.
In un passaggio del libro Omar invita i Talebani a “effettuare attacchi suicidi solo contro i bersagli più importanti, siccome i giovani soldati della nazione islamica non possono essere sprecati contro obiettivi di poco conto” e li mette in guardia dal trattare male i prigionieri, dato che solo lui e il suo vice hanno l’autorità di ordinare un’esecuzione.
A cura di Davide Meinero
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