Taraneh Mousavi era una ragazza iraniana di 28 anni con capelli neri e occhi verdi.
Le sue tracce si perdono il 28 giugno quando viene arrestata insieme ai manifestanti vicino alla moschea di Ghoba. Taraneh non stava partecipando alla vicina manifestazione di protesta, si stava recando al centro di formazione e bellezza (BTE) dove segue dei corsi. Probabilmente la sua avvenenza ha attirato i poliziotti in borghese che l’hanno caricata insieme ad altri studenti manifestanti su una camionetta e portata al centro di detenzione. Tutti i detenuti sono stati smistati per il carcere di Evin o per la centrale di polizia di Nobonyad, mentre Taraneh è rimasta la sola nel centro di detenzione. Qui è stata stuprata ripetutamente e brutalmente dai poliziotti per diverse settimane.
Alcuni giorni fa la madre di Taraneh riceve una telefonata anonima da un agente governativo che le comunica che la figlia è stata ricoverata all’ospedale Imam Khomeini nella città di Karaj a nord di Teheran, riportando il ventre e l’ano sfondati in uno “sfortunato incidente”. Quando la famiglia è giunta in ospedale Taraneh non era stata registrata, un'infermiera in via confidenziale ha riferito che qualche giorno prima una ragazza che corrispondeva alla descrizione di Taraneh era stata portata in ospedale in stato di incoscienza, ma che era stata portata via dalla polizia poche ore dopo.
Ieri la famiglia è stata informata che un corpo carbonizzato corrispondente alla descrizione della figlia è stato rinvenuto nel deserto tra la città di Karaj e Qazin. La famiglia è stata pesantemente minacciata perché non rendesse pubblico l’arresto della figlia.
Curato da Emanuela Borgnino
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