La scorsa primavera il governo tedesco si era pronunciato in favore dell'offerta di acquisto del 55% dell'Opel da parte del tandem Magna International (partner industriale canadese) e Sberbank (partner finanziario russo), dunque l'accordo sembrava raggiunto, soltanto in attesa di firma. Ma l’americana GM, proprietaria della Opel e in stato di fallimento, ha rifiutato l’offerta, con grande irritazione del governo tedesco.
In attesa del passaggio di proprietà, la Opel viene mantenuta in attività grazie a un consorzio bancario e al governo tedesco, che la finanziano.
Si ritiene che la GM preferisca vendere al fondo belga proprio perché questo non è interessato a gestire aziende automobilistiche, dunque non intende diventare un concorrente della GM, ma intende fare a pezzi l' azienda, ridurre il personale, vendere gli immobili e le attività accessorie, e rivendere ad un partner industriale l'azienda ridotta all'osso, al core business. Il partner industriale interessato potrebbe essere la stessa GM, che potrebbe ricomperarsi - o tenersi - il core business ridotto all'osso.
La decisione della GM non può non avere il placet anche dal governo americano, che sta finanziando la GM da quando questa è in condizione fallimentare, e ne è perciò il maggiore azionista. Se la Opel venisse ristrutturata in modo da licenziare molti dipendenti, la prossima campagna elettorale della Merkel potrebbe risentirne. Ma il governo americano non ha probabilmente nessun interesse a dare una mano alla Merkel in campagna elettorale, dopo il netto rifiuto opposto alla richiesta di Obama di aumentare l'impegno della Germania in Afghanistan. E non ha nessun interesse a veder rafforzata la collaborazione industriale e finanziaria fra la Germania e la Russia, per far concorrenza alla GM.
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