Il 25 agosto 2009 la Russia e la Mongolia hanno firmato un accordo per lo sviluppo di una rete ferroviaria congiunta e per l’esplorazione e lo sfruttamento dei giacimenti di uranio in Mongolia. La Mongolia è il secondo partner commerciale della Russia dopo la Cina – Mosca e Pechino sono da sempre in competizione per esercitare influenza sul paese vicino, e la Mongolia cerca di mantenersi in equilibrio fra i due e ottenere il maggior numero di investimenti da entrambi i partner senza ritrovarsi completamente asservita.
Durante l’incontro con il presidente mongolo Tsakhiagiin Elbegdorj
, il presidente russo Medvedev ha offerto un prestito di 300 milioni di dollari ad Ulan Bator per lo sviluppo dell’agricoltura e il miglioramento delle ferrovie del paese. Il Dipartimento Atomico dell’Energia della Mongolia e l’azienda atomica statale della Russia, la Rosatom, hanno creato una joint venture per esplorare il giacimento di Dornod.
Negli ultimi dieci anni i Cinesi hanno aumentato considerevolmente la propria presenza nel paese, specialmente nel settore minerario. Il governo di Ulan Bator nutre notevoli preoccupazioni sulla crescita esponenziale dell’immigrazione cinese, che in alcune regioni rischia di mutare l’equilibrio etnico – specialmente nel Sud i Mongoli potrebbero presto trovarsi in minoranza. La Mongolia ha dunque deciso di rivolgersi ai Russi per contrastare l’avanzata cinese. Il governo di
Ulan Bator vorrebbe poter contare su una terza potenza esterna per svincolarsi dai vicini. In passato
il governo mongolo provò a coinvolgere gli Stati Uniti, che mantennero però le distanze sia per mancanza di interessi concreti che per non creare tensioni con i Russi e i Cinesi.
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