Il 2 ottobre 2009 si terrà in Irlanda un secondo referendum sul Trattato di Lisbona. Al primo referendum nel 2008, gli Irlandesi si erano espressi in maggioranza per il no.
La Germania e la Francia, colonna portante dell’Unione Europea, hanno ribadito più volte che senza le riforme istituzionali previste dal Trattato di Lisbona non si può proseguire con l’allargamento. Le attuali regole dell’UE sono entrate in vigore con il trattato di Nizza del 2000-2001, che permise ai paesi dell’Europa centrale ed orientale di entrare a far parte dell’unione – il numero dei membri passò così da 15 a 25.
Prima di un ulteriore allargamento però occorre riconfigurare il quadro dell’Unione Europea: le regole di voto vanno aggiornate, i rapporti fra Commissione Europea e Parlamento vanno ottimizzati, e soprattutto la politica estera dell’Unione va resa più coerente.
Senza queste riforme l’Unione Europea rimarrà una semplice unione economica con relativa burocrazia, ma non diventerà mai un’entità politica compatta.
Il Trattato di Lisbona è quindi assolutamente necessario per rendere l’Unione più compatta e velocizzare i processi decisionali interni. Solo così l’UE potrà svolgere un importante ruolo nell’arena geopolitica internazionale.
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