Si intensifica la guerra
nello Yemen

15/10/2009

Nell’ultima settimana l’aviazione yemenita ha perso due aerei da guerra nei combattimenti contro i ribelli sciiti al-Houthi, che alimentano la guerriglia nelle montagne dello Yemen settentrionale. Il governo yemenita ha dichiarato che in entrambi i casi si è trattato di un incidente tecnico, mentre i ribelli sostengono di aver abbattuto i due velivoli con un lanciamissili terra-aria portatile Misagh-1, di fabbricazione iraniana.   Hezbollah, su richiesta dell’Iran, ha inviato numerosi combattenti nello Yemen ad appoggiare i ribelli al-Houthi. Gli al-Houthi, dichiarando che i due aerei sono stati abbattuti con un’arma iraniana, fanno buona pubblicità a Teheran che può così dimostrare al mondo fin dove arriva la sua potenza.   Negli ultimi due mesi il governo yemenita ha intensificato le operazioni e quindi i suoi piloti hanno orari di volo decisamente intensi. Per colpire i guerriglieri, difficilmente identificabili a causa della conformazione del territorio, gli aerei sono costretti a volare raso terra e a velocità elevata, dunque il rischio di incidenti è piuttosto alto. Inoltre i velivoli yemeniti risalgono al 1950,  sono quindi obsoleti.   I lanciamissili portatili – specialmente i vecchi esemplari sovietici come l’SA-7 – sono stati ampiamente impiegati durante la guerra fredda. Gli Stati Uniti negli ultimi anni hanno cercato di sequestrarne il più possibile ovunque nel mondo per ridurre la minaccia,  ma è molto probabile lanciamissili da spalla  continuino ad essere venduti sul mercato nero da paesi come Iran, Russia, Serbia, Corea del Nord e Cina.   Negli ultimi mesi gli Iraniani hanno aumentato gli aiuti agli al-Houthi, in guerra contro il governo di Sana’a ormai dal 2004. Così facendo la Repubblica Islamica - attualmente sottoposta alla pressione della comunità internazionale che vuole bloccare il programma nucleare iraniano - intende dimostrare ai paesi arabi vicini di essere una potenza da non sottovalutare in caso di attacco.   L’Arabia Saudita, per evitare che la rivolta dilaghi anche nel sud del  proprio territorio, finanzia le operazioni militari yemenite e di tanto in tanto bombarda le posizioni dei ribelli lungo il confine.  Anche l’Egitto, stufo delle continue ingerenze di Hezbollah nei propri affari interni, ha iniziato ad aiutare Sana’a. Il 5 ottobre scorso  il ministro degli esteri egiziano Ahmed Abul Gheit si è recato in visita nello Yemen insieme al generale Omar Suleiman,  poi è volato a Riyadh per un incontrare il re saudita Abdullah.  Durante l’incontro Egiziani e Sauditi hanno discusso della necessità di aumentare gli aiuti al governo yemenita nella sua lotta contro i ribelli sciiti.   Anche numerosi ufficiali baathisti dell’esercito iracheno hanno trovato rifugio nello Yemen e collaborano attivamente con il governo per schiacciare gli al-Houthi.  La fanteria però non riesce a contrastare in maniera efficace gli attacchi dei guerriglieri e a guadagnare terreno, e per questa ragione Sauditi e Yemeniti si sono rivolti all’Ucraina per ottenere altri aerei MiG.   L’aviazione senz’altro può contribuire alla vittoria dello Yemen, ma non sarà facile stanare i ribelli in un territorio così ostile.

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