29 ottobre 2009
La Cina ha minacciato di aprire un’inchiesta sul costo delle automobili esportate dagli Stati Uniti. Un’operazione simile richiederebbe anni, e la Cina non ha nessuna intenzione di attaccare davvero il settore manifatturiero americano in questo momento più in crisi. Tuttavia
Pechino con questa mossa intende spingere gli Stati Uniti a esercitare minori pressioni sulle esportazioni cinesi, che soffrono a causa delle barriere doganali americane.
Ad esempio gli Stati Uniti hanno recentemente chiesto agli importatori un deposito del 9,8% sui tubi d’acciaio provenienti dalla Cina in attesa della sentenza (che dovrebbe essere emessa nel gennaio del 2010) che stabilirà se questi prodotti debbono essere sottoposti al dazio antidumping oppure no (per dumping si intende la vendita dei prodotti all’estero al di sotto del loro costo).
Se la sentenza stabilirà che la Cina non ha commesso dumping, il deposito verrà rimborsato agli operatori, altrimenti verrà considerato un anticipo sul pagamento del dazio più alto da pagarsi entro marzo del 2010.
Questa situazione di incertezza sul costo finale dei tubi di acciaio in importazione dalla Cina induce ovviamente gli operatori a non correre il rischio di acquistarli.
Pechino e Washington stanno conducendo un’intensa battaglia commerciale, i cui risvolti con ogni probabilità verranno affrontati il 15 novembre prossimo durante la visita di Obama in Cina. Nessuno dei due contendenti intende danneggiare davvero la ripresa economica dell’altro. Però, data la veloce crescita della Cina e l’attuale vulnerabilità economica degli Stati Uniti, i punti di frizione sono in aumentato.
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