Il 3 novembre 2009 il generale dell’esercito statunitense in Europa Carter F. Ham ha dichiarato che i paesi baltici e gli Stati Uniti terranno operazioni militari congiunte in Lettonia nel settembre o nell’ottobre del 2010. Un rappresentante del Ministero della Difesa lituano ha poi aggiunto che d’ora in poi le esercitazioni si terranno a turno nei tre paesi baltici con scadenza annuale.
I paesi baltici, preoccupati dalla politica espansionista russa, hanno più volte richiesto protezione ai paesi della NATO. Russia e Bielorussia infatti hanno recentemente organizzato esercitazioni militari congiunte nell’enclave russa di Kaliningrad dispiegando circa 13.000 soldati sul confine con la Polonia. Durante queste esercitazioni denominate Zapad (che significa Occidente in russo) è stata simulata la liberazione di Kaliningrad fingendo che fosse occupata dalle forze statunitensi e della NATO. Data la geografia la risposta militare della Russia ad un’aggressione simile richiederebbe inevitabilmente l’invasione dei paesi baltici.
La fascia dei paesi baltici è sempre stata strategicamente importante per la Russia, perché rappresenta un importante baluardo difensivo contro le aggressioni esterne. Inoltre controllando quest’area Mosca ha accesso ai porti sul Mar Baltico e alle rotte commerciali verso l’Occidente. La regione baltica è stata conquistata dalla Russia all’inizio del XVIII secolo, ma dopo la caduta dell’Unione Sovietica nel 1991 Lettonia, Estonia e Lituania si sono immediatamente rivolti a Occidente entrando a far parte dell’UE e della NATO nel 2004.
Il recente annuncio di Carter F. Ham è l’ennesimo tentativo degli Stati Uniti di esercitare pressione sulla Russia e spingerla a collaborare sulla questione iraniana. Dato che il Cremlino continua a fornire assistenza tecnica e militare alla Repubblica Islamica, Washington ha aumentato la collaborazione con tutti i paesi della periferia russa – recentemente infatti il vicepresidente Joe Biden e l’inviato del Dipartimento della Difesa Alexander Vershbow hanno offerto appoggio militare all’Ucraina e alla Georgia.
A cura di Davide Meinero
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