Il 12 novembre la newsletter di Radio Liberty narra che il capo dell'opposizione armena, l'ex presidente Levon Ter-Petrossian, ha detto al congresso del suo partito HAK (Partito Nazionale Armeno) che la bozza di accordo per normalizzare i rapporti con la Turchia e fissare il reciproco confine è da accettare e sostenere, eccetto la parte che istituisce un gruppo misto di storici turchi e armeni per indagare la strage degli Armeni da parte turca negli anni 1914-1920, e darne una interpretazione congiunta.
Il gruppo di studio congiunto verrebbe sicuramente sfruttato dalla Turchia per sostenere a livello internazionale una interpretazione della storia del genocidio favorevole al punto di vista turco, secondo Ter-Petrossian.
Rimane ancora forte l'opposizione all'accordo da parte de i gruppi più nazionalisti della destra, che vorrebbe dalla Turchia il riconoscimento del genocidio e la 'restituzione' dei territori orientali che nel 1914 erano abitati dagli Armeni.
Il discorso di Ter-Petrossian apre uno spiraglio per risolvere la crisi politica nel paese e nel governo, spaccato sulla proposta turca e fino ad ora incapace di raggiungere un accordo sull'approvazione o sul rigetto.
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