Inizia la guerra fra i clan
in Russia

16/11/2009

Il 10 novembre 2009, su ordine del presidente russo Dmitri Medvedev, sono iniziate le indagini mirate a combattere la cattiva gestione in alcune importanti aziende pubbliche. La leadership del Cremlino intende infatti riformare il sistema economico e finanziario del paese con l’intento di attirare investimenti dall’estero – specialmente dall’Occidente – e rendere più efficiente l’economia russa, duramente colpita dalla crisi finanziaria iniziata lo scorso autunno.   Nel frattempo è iniziata la guerra fra i clan del Cremlino: Medvedev, importante alleato di Surkov – vicecapo dell’amministrazione presidenziale – appoggiato dai tecnocrati (i civiliki) e dall’intelligence militare (la GRU), intende servirsi delle riforme per ridimensionare il potere economico e politico del suo rivale, Igor Sechin, che gode invece dell’appoggio dell’FSB (servizi segreti russi).   Secondo fonti non confermate,  Medvedev avrebbe firmato un documento che permette alla procura generale – che si occupa delle indagini – di commissariare quelle aziende che hanno commesso reati di varia natura – violazione di un’asta pubblica, sperpero di denaro pubblico, elargizione di bonus ingiustificati ai membri del consiglio d’amministrazione, etc. Dato che queste pratiche sono la norma in Russia, la procura avrà il potere di punire quasi ogni azienda, a propria discrezione.   Sono molte le imprese finite sotto i riflettori della procura, fra cui la Vnesheconombank, la Rosnano, la Rosoboronexport, la VSMPO-Avisma e la AvtoVAZ, oltre al Fondo per la Manutenzione delle Case e il Fondo per la Riforma di Case e Servizi – da cui attinge abitualmente il denaro Igor Sechin per finanziare le proprie operazioni. Rosoboronexport, guidata da Sergei Chemezov (importante membro dell’FSB) esporta armamenti ed è una delle più redditizie aziende statali non legate all’energia – nel 2009 le vendite si sono aggirate intorno ai 9 miliardi di dollari. Surkov non vede l’ora di fare a pezzi la Rosoboronexport per infierire un grave colpo ai suoi oppositori.   Il presidente Medvedev si è comunque addossato le responsabilità dell’esito delle riforme. Con ogni probabilità Putin appoggia le sue scelte, ma preferisce non esporsi per evitare di essere attaccato dai siloviki in caso di fallimento. Medvedev durante il discorso del 12 novembre scorso alla Duma ha dedicato soltanto poche parole alla politica estera russa, perché consapevole del fatto che per modernizzare l’economia russa dovrà necessariamente attrarre gli investimenti occidentali - ed è per questa ragione che pochi giorni fa la Russia ha deciso di fare un passo indietro sull’appoggio all’Iran.   La guerra interclanica si combatte anche al di là dei confini russi. Il 12 novembre infatti il Ministro russo per le Situazioni d’Emergenza, Sergei Shoigu, si è recato a l’Avana per incontrare Pardo Guerra,  generale di divisione delle Forze Armate Rivoluzionarie cubane, e il vicepresidente del Consiglio dei Ministri. L’FSB (erede del KGB) possiede tuttora una vasta rete di agenzie di intelligence in Sudamerica grazie ai legami stretti durante la Guerra Fredda - Sechin si è recato più volte in visita nella regione per intessere nuove partnership e consolidare la propria posizione. Ma ora che in Russia è iniziata una campagna per ridimensionare il potere di Sechin, Surkov intende approfittare della situazione per espandere l’influenza del GRU a livello internazionale - in America Latina e oltre - a scapito dell’FSB.      A cura di Davide Meinero

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