L’11 novembre 2009 il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu si è recato a Parigi, probabilmente per far avere un messaggio per il presidente siriano Bashar al-Assad – arrivato il giorno successivo.
I negoziati di pace fra Israele e Siria sono giunti a un punto cruciale, specialmente ora che Israele sta cercando di contrastare le ambizioni nucleari iraniane. C’è ancora molto su cui lavorare, ma i progressi raggiunti hanno già reso nervosi Iran ed Hezbollah.
In passato Stati Uniti, Francia, Israele e Turchia hanno fatto notevoli sforzi per allontanare Damasco da Teheran – e privare così l’Iran del suo principale alleato nella regione.
La Siria dal canto suo mira a tre obiettivi principali:
· il riconoscimento internazionale della sua egemonia sul Libano;
· la restituzione delle alture del Golan;
· l’apertura dell’economia agli investimenti stranieri.
Damasco è consapevole dei rischi per la sicurezza che dovrebbe affrontare nel caso in cui rinunciasse all’alleanza con l’Iran, tuttavia
negli ultimi mesi ha fornito importanti informazioni di intelligence agli Israeliani sulle attività di Hezbollah – infatti a quanto pare i recenti successi israeliani nel penetrare la rete di comunicazione della milizia sciita sono in parte dovuti alla cooperazione siriana.
Secondo notizie non confermate la Siria si sarebbe servita di un canale egiziano per avvertire Israele della presenza di una nave – successivamente intercettata – che trasportava armi verso il Libano meridionale.
Gerusalemme ha pubblicizzato la cattura della nave accusando esplicitamente l’Iran, ma ha evitato di esprimere biasimo nei confronti di Damasco, benché la nave fosse diretta ad un porto siriano - e questo sembra confermare l’ipotesi della “soffiata”.
A cura di Davide Meinero
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