La strategia
delle sanzioni

24/11/2009

24 novembre 2009   Avendo l’Iran rifiutato la proposta  dei  paesi del gruppo 5+1 di inviare ad arricchire l’uranio all’estero, sotto controllo internazionale, anziché farlo in proprio, è probabile che ora gli stessi stati e il resto della comunità internazionale cerchino di applicare sanzioni. L’Iran non teme le sanzioni, e Ahmadinejad lo ripete costantemente: le sanzioni non funzionano, a meno che non siano  rispettate da tutto il mondo in modo compatto. Cosa che non succede quasi mai, e non succederà  sicuramente nel caso dell’Iran. Le sanzioni economiche  hanno anche un lato negativo: permettono ai regimi sotto sanzione un ulteriore giro di vite contro gli oppositori interni. Le sanzioni potrebbero addirittura aumentare il consenso domestico al regime (successe anche con le sanzioni imposte all’Italia in epoca fascista).   Le sanzioni hanno concretamente un unico scopo nella politica internazionale: dare l’impressione di agire, senza dover arrivare alla guerra. Danno un buon motivo per  non muovere guerra, in attesa di vederne l’effetto, senza però apparire arrendevoli e imbelli.   A cura di Laura Camis de Fonseca

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