Il 22 novembre 2009 il direttore della filiale tedesca di Gazprom Hans-Joachim Gorning ha dichiarato che il colosso energetico russo intende raddoppiare la partecipazione azionaria nell’azienda energetica tedesca Verbundnetz Gas (VNG) acquisendo il 5,3% di GDF Suez (francese). GDF Suez in cambio potrà partecipare al progetto North-Stream – gestito finora da una joint-venture russo-tedesca.
La Russia ha appena lanciato un programma di riforme per aprire l’economia agli investimenti stranieri e favorire così la modernizzazione del settore industriale.
Mosca ha deciso di scambiare azioni con i principali colossi energetici europei, che potranno accedere alle vaste riserve energetiche russe in cambio di quote in altri progetti all’estero – Gazprom ha già inaugurato questa strategia con la francese Total e la spagnola Repsol.
Recentemente il primo ministro Vladimir Putin ha dichiarato che Electricité de France (EDF) parteciperà al progetto South Stream. In base alle dichiarazioni di Alexei Miller, amministratore delegato della Gazprom, EDF acquisirà il 10% del South Stream diventando così socio di minoranza.
Il Cremlino godrà così di un doppio vantaggio, dato che potrà espandere la propria influenza in Europa - specialmente in Germania - migliorando allo stesso tempo le condizioni economiche in patria. Anche se l’accordo fra VNG e Gazprom non è ancora stato siglato, la strategia di Mosca sembra ormai piuttosto chiara.
La Russia ha anche mostrato grande interesse per l’acquisto di alta tecnologia militare dai paesi dell’Unione Europea.
Il Cremlino è infatti interessato ad acquistare dalla Francia una nave da guerra di classe Mistral, e vi sono almeno due ragioni per credere che le trattative siano a buon punto:
· il 24 novembre 2009 il capitano francese della portaelicotteri di classe Mistral (L 9013) ha dichiarato che il suo vascello parteciperà a breve a esercitazioni congiunte con gli elicotteri russi che si trovano a San Pietroburgo;
· il 26-27 novembre il primo ministro Vladimir Putin ha incontrato il presidente francese Nicolas Sarkozy in occasione del 14° incontro della Commissione Russo-Francese per la Cooperazione Bilaterale per discutere – accanto alle altre questioni - dell’acquisto della nave Mistral.
Gli stati baltici (
vedi mappa a lato) hanno reagito alla notizia con grande preoccupazione. Le Mistral infatti possono trasportare fino a 40 carri armati, 16 elicotteri d’assalto e 450 soldati e sono in grado di percorrere oltre 30 mila km a 18 nodi.
L’acquisto di un vascello simile indica un cambio di strategia da parte del Cremlino. Acquistando il Mistral Mosca spera di ottenere anche la tecnologia e il know-how necessari alla costruzione di navi simili in patria.
Grazie al Mistral il Cremlino sarà in grado di inviare truppe dalla Crimea alla Georgia in circa 18 ore – rispetto ai 4 giorni attuali – e potrà raggiungere i paesi Baltici in meno di 24 ore – rispetto ai 5 giorni attuali. Estonia, Lettonia e Lituania osservano con un certo nervosismo le mosse russe, specialmente dopo le esercitazioni congiunte di Russia e Bielorussia di inizio settembre – denominate “Zapad”, cioè “Occidente” – in cui è stata simulata la liberazione di Kaliningrad assediata dalle truppe occidentali – che in uno scenario simile richiederebbe necessariamente l’invasione degli stati baltici.
I paesi baltici hanno reagito chiedendo agli Stati Uniti e alla NATO di organizzare esercitazioni in uno dei tre stati a turno a partire dall’anno prossimo. Washington ha accettato la richiesta e ha aggiunto che nel 2010 si terranno
le prime esercitazioni, che verranno poi ripetute con scadenza annuale.
Estonia, Lettonia e Lituania continuano comunque a non capire perché la Francia, importante alleato della NATO, sia pronta a stringere un accordo simile con la Russia.
A cura di Davide Meinero
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