Le banche cinesi
aumentano capitali e riserve

25  novembre 2009   Il 24 novembre 2009 la Commissione Cinese per la Regolazione delle Banche ha avvisato le banche cinesi di aumentare il proprio capitale di riserva, sottolineando che le pene per il mancato adeguamento saranno severe. L’effetto è stato immediato, anche se ancora non si tratta di una direttiva ufficiale (la direttiva ufficiale di aumentare le riserve di due punti percentuali si attende per il 2010): il giorno dopo le maggiori  banche cinesi  hanno comunicato i loro piani per raccogliere nuovo capitale, per alimentare le riserve.     Il sistema economico cinese dipende in larga parte dal finanziamento delle banche. I maggiori istituti di credito commerciali sono legati alla leadership politica cinese e quindi rispondono direttamente o indirettamente alle direttive del governo. Dopo lo scoppio della crisi finanziaria mondiale i vertici cinesi hanno iniziato a monitorare attentamente la situazione economica, perché  l’aumento della disoccupazione rischia di destabilizzare il paese. Per evitare che questoaccada, Pechino ha scelto una politica di stimolo monetario per aumentare il volume di investimenti, spingendo le banche a concedere  prestiti con larghezza, per favorire lo sviluppo di nuove attività.   Da gennaio a ottobre 2009 il volume dei prestiti è cresciuto a dismisura – il 35% in più rispetto all’anno precedente - fino a toccare 1,53 trilioni di dollari, ovvero il 13% del capitale di tutte le  banche cinesi (pari a 11 trilioni di dollari ), e pari a un terzo del PIL annuo. Chiaramente un aumento simile comporta moltissimi rischi, e quindi la Commissione intende porre altri paletti per salvaguardare il sistema finanziario.   Le banche ora cercheranno di aumentare il capitale vendendo azioni, emettendo obbligazioni o chiedendo altri investimenti agli azionisti. Le principali banche commerciali hanno annunciato aumenti di capitale per 43 miliardi di dollari, equivalenti al 3% del valore complessivo dei prestiti concessi nell’arco del 2009.