Leonid Bokhanovsky, dirigente di lunga data della Stroytransgaz, sarà il primo segretario generale del Forum dei Paesi Esportatori di Gas (colloquialmente chiamato “OPEC del gas”). Con la nomina di Bokhanovsky viene così inaugurato il Forum, di cui fanno parte Algeria, Bolivia, Egitto, Guinea Equatoriale, Iran, Libia, Nigeria, Qatar, Russia, Trinidad e Tobago e il Venezuela. Il gruppo si occuperà di coordinare i piani di sviluppo e di gestire il prezzo del gas.
Il 2009 non è stato un anno particolarmente buono per i produttori di gas perché le industrie che utilizzano molta energia – chimiche, agricole, elettriche, etc. – hanno subito un rallentamento per la crisi. La minor domanda ha causato un crollo dei prezzi – negli Stati Uniti e in Europa i prezzi del gas naturale sono scesi di circa tre quinti.
Le industrie del gas dei paesi del Forum dipendono quasi interamente dagli investimenti stranieri – soprattutto Guinea Equatoriale, Qatar e Trinidad e Tobago
– e quindi difficilmente compiranno scelte che mettano in difficoltà i loro clienti. Iran e Venezuela invece sono importatori netti di gas, non soltanto produttori.
Il gas naturale non può semplicemente essere versato in un contenitore e spedito sul mercato, ma deve essere immesso in una rete di condutture che costano molto e vengono costruite nell’arco di molti anni. Va inoltre ricordato che il prezzo del gas non è uguale in tutto il mondo, bensì dipende dalle singole reti di distribuzione – ad esempio il prezzo negli Stati Uniti è molto diverso da quello dell’Europa o del Giappone. I produttori di gas tendenzialmente possono influenzare soltanto i mercati raggiunti dai gasdotti. Per questa ragione
difficilmente un cartello del gas può controllare il prezzo del gas a livello internazionale - ad esempio, se la Bolivia vuole innalzare le tariffe all’Argentina, non trae nessun giovamento dalla parnership con l’Iran.
Un cartello del gas può controllare i prezzi soltanto in due casi specifici:
1)
se i membri che ne fanno parte controllano lo stesso mercato – ad esempio se Algeria, Russia e Norvegia si unissero fra loro potrebbero controllare il mercato del gas naturale europeo. Per ottenere questo non è comunque necessario unirsi al Forum, ma è sufficiente che i singoli paesi si incontrino per stabilire una politica energetica comune;
2) se i membri controllano il mercato del Gas Naturale Liquefatto (GNL).
Con la tecnologia GNL il gas viene raffreddato e liquefatto, così può successivamente essere immesso in recipienti specifici pronti per il trasporto. Il GNL viene quindi caricato su navi apposite e inviato verso la destinazione prefissata.
Se i produttori di GNL si unissero, potrebbero imporre il prezzo del gas liquefatto – circa l’8% del gas totale – a livello planetario.
Sei degli undici membri del Forum producono GNL e controllano di fatto la metà del mercato mondiale del gas liquefatto,
ma non hanno la tecnologia sufficiente a costruire rigassificatori per conto loro – infatti trasformare il gas infiammabile in gas liquido è un processo piuttosto complicato e costoso –
e quindi difficilmente compiranno scelte che possano frenare il flusso degli investimenti esteri.
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