Il 18 dicembre 2009 le autorita’ yemenite hanno affermato che Mohammed Saleh Ali Al-Kazemi, importante leader di al Qaeda nella penisola arabica, è stato ucciso durante un bombardamento nella provincia di Abyan.
Secondo le autorità yemenite al momento dell’attacco al-Kazemi si trovava in un campo di addestramento insieme a decine di altri militanti. In concomitanza con le azioni dall’aria le truppe yemenite hanno lanciato un’operazione di terra per impedire che i terroristi abbandonassero la zona. Nonostante ciò un altro importante leader di al Qaeda, Qasim al Rami, è riuscito a fuggire.
Negli ultimi mesi si sono moltiplicati gli attacchi aerei nello Yemen, specialmente da quando l’Arabia Saudita ha iniziato a cooperare con Sanaa per sedare la ribellione degli al-Houthi nello Yemen settentrionale.
L’aviazione saudita si serve di jet F-15 di fabbricazione statunitense. Secondo fonti della marina americana, gli F-15 decollano da una portaerei statunitense per gli attacchi contro i ribelli, probabilmente con piloti americani. Riyadh ha chiesto a più riprese l’aiuto degli Stati Uniti per combattere la guerra contro i ribelli al-Houthi - finanziati e armati dall’Iran - specialmente ora che la ribellione si è estesa nella parte meridionale dell’Arabia Saudita.
Nell’attacco contro Abyan hanno perso la vita anche 60 civili, il che rischia di indebolire ulteriormente la popolarità del presidente Saleh. Le autorità di Abyan, in collaborazione con il Movimento del Sud (separatista) hanno immediatamente organizzato manifestazioni di massa per protestare contro il”massacro” di civili.
Il presidente yemenita Saleh si trova in un posizione difficile, perché non può spingersi troppo oltre nella lotta contro i jihadisti altrimenti rischia di alienarsi l’appoggio delle tribù e dell’apparato di sicurezza – che è in maggioranza salafita.
Ora che la ribellione si sta facendo piu’ intensa, la sopravvivenza del governo di Sanaa è sempre più a rischio.
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