Il primo gennaio 2010 la Spagna assumerà la presidenza di turno dell’UE, esattamente a un mese dall’entrata in vigore del Trattato di Lisbona. La Spagna sarà affiancata dalle due nuove figure istituzionali introdotte dal Trattato: il Presidente del Consiglio Europeo (chiamato anche “presidente dell’UE”) Herman Van Rompuy, ex primo ministro belga, e l’Alto Rappresentante dell’Unione per gli Affari Esteri e la Politica per la Sicurezza (più comunemente “ministro degli esteri dell’UE) Catherine Ashton, ex responsabile del commercio dell’UE.
Il paese che ha la presidenza di turno dell’UE ha sempre avuto il potere di dettare l’agenda politica e quindi di influenzare la politica dell’UE promuovendo obbiettivi nazionali. Tuttavia col passare del tempo ci si è resi conto che sei mesi sono un lasso di tempo troppo breve per portare a compimento politiche significative. Nel 1958 i paesi dell’Unione (allora Mercato Comune) erano soltanto sei, perciò tornavano alla presidenza ogni tre anni. Ora il ciclo di rotazioni dura 14 anni, un lasso di tempo decisamente troppo lungo – e Francia e Germania, i due paesi più forti dell’Unione, non sono disposti ad aspettare così tanto.
Il Trattato di Lisbona è piuttosto vago circa poteri e funzioni del Presidente del Consiglio Europeo – oltre a presiedere tutti gli incontri di alto livello.
L’agenda politica continuerà ad essere dettata dal presidente di turno – in questo caso la Spagna – che avrà quindi la possibilità di influenzare l’impostazione dei compiti del Presidente del Consiglio Europeo e dell’Alto Rappresentante per gli Affari Esteri.
Il Trattato di Lisbona prevede anche la creazione di un corpo diplomatico dai poteri non specificati. Con ogni probabilità però i paesi dell’Europa Centrale si batteranno strenuamente per evitare che questo nuovo organo assuma un’identità precisa, per timore di subire decisioni contrari ai propri interessi in politica estera e di cedere parte della propria sovranità.
I paesi ex comunisti sono piuttosto preoccupati del futuro delle relazioni fra l’Unione e la Russia: la Polonia e gli stati baltici ritengono infatti che Parigi e Berlino si siano avvicinati troppo a Mosca negli ultimi anni.
Tuttavia
al momento gli stati euroscettici non hanno molte armi a disposizione.
La Spagna infatti vuole il rafforzamento dei poteri del Presidente del Consiglio Europeo e dell’Alto Rappresentante per gli Affari Esteri e il prossimo presidente di turno, il Belgio - patria di Rompuy, ex primo ministro belga –
proseguirà senza dubbio l’opera avviata da Madrid. È quindi praticamente certo che Catherin Ashton ed Herman Van Rompuy nell’arco del 2010 vedranno consolidato il loro potere e il loro ruolo istituzionale.
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