Ignoranza storica e propaganda ideologica segnano le campagne d’opinione pro o contro le parti in conflitto in Palestina-Israele. Millenovecento anni di antigiudaismo e antisemitismo europeo hanno lasciato segni profondi nel nostro inconscio collettivo, che si manifestano con prese di posizione appassionate e veementi ma raramente utili o ‘giuste’, nel senso di pienamente giustificabili sulla base del diritto e della storia. È paradossalmente più facile trovare analisi equilibrate e realistiche della situazione da parte di analisti e studiosi che pur appartengono alle parti in conflitto. È il caso di Rettig Gur, di cui pubblichiamo la magnifica lezione tenuta il primo gennaio 2024 allo Shalem Center, con traduzione italiana sottostante per agevolarne la comprensione. Dividiamo anche la lezione in tre parti, dedicate a tre periodi diversi, per agevolarne la comprensione.
La prima parte narra come l’orgoglio arabo e islamico in Medio Oriente fu profondamente umiliato e scosso dai successi degli ebrei - pochi miserabili rifugiati in fuga dalla violenza degli europei - molto più che dalle sconfitte subite da parte dei grandi imperi occidentali. E come fin dagli anni 1920 la lotta contro gli ebrei iniziò a diventare il simbolo del risveglio islamico, prendendo già allora la forma di jihad, guerra religiosa. La seconda parte racconta come e perché sorse il grande equivoco degli anni ’60, che persiste ancora oggi, per cui gli arabi e gli islamici in generale videro negli ebrei lo strumento degli imperi occidentali e pensarono di poter adottare efficacemente contro di loro la strategia anti-colonialista adottata con successo in Algeria.
Nella terza parte si riprendono gli stessi temi e si mostra come questi siano diventati negli ultimi 25 anni il cuore di una strategia a due facce, volta da un lato ad obbligare moralmente il mondo arabo e quello islamico a intervenire compatti e insieme per ‘liberare’ l’intera Palestina in nome dell’islam, dall’altro obbligare moralmente l’Occidente a non aiutare Israele, in quanto paese ‘coloniale’ e stragista.
Infine Rettig Gur offre anche uno spiraglio di speranza: i due popoli potrebbero disinnescare il conflitto se adottassero entrambi la strategia di Dr King, che presuppone un parziale riconoscimento reciproco dei diritti e della narrazione storica della controparte, da usare come primo strumento di reciproca coercizione morale verso la negoziazione. È una svolta interessante del discorso. Questo parziale riconoscimento sembrò esserci durante il processo di pace degli anni 1992-2000, ma alla fine del percorso i palestinesi non si assunsero la responsabilità di sottoscriverlo formalmente. Ma domani chissà…