Problemi demografici
in Russia

20/01/2010

Il 19 gennaio 2010 il Ministero della Salute russo ha dichiarato che la popolazione è cresciuta di circa 25.000 unità nell’arco del 2009 grazie al calo del tasso di mortalità e all’arrivo di nuovi immigrati. Mosca ha accolto con molto piacere la notizia, dato che secondo alcune stime la popolazione russa rischia di passare dagli attuali 142 milioni a meno di 100 milioni entro il 2050. Diversi fattori sembrano comunque confermare che l’attuale crescita è temporanea e che nei prossimi anni la popolazione riprenderà a diminuire.

 

La caduta dell’URSS

La Russia non si è ancora ripresa dallo shock politico, economico e sociale causato dal crollo dell’Unione Sovietica. Al di là del disastro economico, la dissoluzione dell’URSS ha avuto conseguenze psicologiche drammatiche: nei primi anni ’90 molti Russi hanno perso fiducia nel futuro e di conseguenza il tasso di natalità è diminuito drasticamente. Nel contempo il tasso di mortalità fra il 1987 e il 1993 è cresciuto del 28% a causa dello sgretolamento del sistema sanitario sovietico, dell’aumento dell’alcolismo e delle tossicodipendenze, nonché di malattie come AIDS, tubercolosi e sifilide.

 

La sfida demografica

La recente inversione di tendenza è dovuta soprattutto al miglioramento dell’economia russa e dei servizi sanitari, ma vi sono comunque alcuni fattori che rischiano di aggravare la situazione demografica:

·         il tasso di mortalità è calato a un ritmo molto lento (4%) dal 2000 ad oggi;

·         oltre il 30% della popolazione russa ha un età superiore ai 50 anni - e dato che l’aspettativa di vita in Russia è bassa, non gli rimane vita lunga;

·         l’attuale crescita della popolazione deriva dall’immigrazione dalle ex repubbliche sovietiche, oltre che dagli incentivi economici alla natalità, che sono difficilmente sostenibili a lungo termine.

I Russi potrebbero continuare ad attirare  nuovi immigrati, specialmente dall’Asia centrale e dal Caucaso, ma Mosca preferisce porre un tetto all’immigrazione, perché teme un aumento imponente della popolazione non-russa e di religione musulmana.

La generazione nata dopo la Guerra Fredda è poco numerosa e non potrà sostituire sul lavoro le generazioni precedenti più numerose – nate durante la glasnost e della perestrojka, in un periodo di ottimismo per il futuro. Quindi nell’arco di 40/50 anni la forza lavoro russa - che già ora è numericamente bassa - si ridurrà ulteriormente, e Mosca si ritroverà a gestire un territorio immenso con quote crescenti di popolazioni non-russe.

 

A cura di Davide Meinero

 

La caduta dell’URSS

La Russia non si è ancora ripresa dallo shock politico, economico e sociale causato dal crollo dell’Unione Sovietica. Al di là del disastro economico, la dissoluzione dell’URSS ha avuto conseguenze psicologiche drammatiche: nei primi anni ’90 molti Russi hanno perso fiducia nelfuturo e di conseguenza il tasso di natalità è diminuito drasticamente.
Nel contempo il tasso di mortalità fra il 1987 e il 1993 è cresciuto del 28% a causa dello sgretolamento del sistema sanitario sovietico, dell’aumento dell’alcolismo e delle tossicodipendenze, nonché di malattie come AIDS, tubercolosi e sifilide.
 
La sfida demografica
 
La recente inversione di tendenza è dovuta soprattutto al miglioramento dell’economia russa e dei servizi sanitari, ma vi sono comunque alcuni fattori che rischiano di aggravare la situazione demografica:
·         il tasso di mortalità è calato a un ritmo molto lento (4%) dal 2000 ad oggi;
·         oltre il 30% della popolazione russa ha un età superiore ai 50 anni - e dato che l’aspettativa di vita in Russia è bassa, non gli rimane vita lunga;
·         l’attuale crescita della popolazione deriva dall’immigrazione dalle ex repubbliche sovietiche, oltre che dagli incentivi economici alla natalità, che sono difficilmente sostenibili a lungo termine.
 
I Russi potrebbero continuare ad attirare  nuovi immigrati, specialmente dall’Asia centrale e dal Caucaso, ma Mosca preferisce porre un tetto all’immigrazione, perché teme un aumento imponente della popolazione non-russa e di religione musulmana.
 
La generazione nata dopo la Guerra Fredda è poco numerosa e non potrà sostituire sul lavoro le generazioni precedenti più numerose – nate durante la glasnost e della perestrojka, in un periodo di ottimismo per il futuro. Quindi nell’arco di 40/50 anni la forza lavoro russa - che già ora è numericamente bassa - si ridurrà ulteriormente, e Mosca si ritroverà a gestire un territorio immenso con quote crescenti di popolazioni non-russe.
 
A cura di Davide Meinero

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