6 febbraio 2010
I Musulmani rappresentano soltanto il 12% della popolazione russa, concentrati in poche repubbliche che si estendono dal Caucaso alla Russia centrale.
Le repubbliche islamiche hanno molto potere in Russia, perché hanno forti gruppi militanti e dispongono di importanti risorse naturali. Tuttavia sono difficili da controllare: il Cremlino, anche al momento della sua massima potenza, ha sempre faticato a controllare la situazione nelle repubbliche islamiche proprio a causa dei loro delicati equilibri interni.
Il Caucaso settentrionale
Nel Caucaso settentrionale sono attivi numerosi movimenti separatisti, che hanno creato molte difficoltà al Cremlino. Dopo il crollo dell’Unione Sovietica la Russia ha combattuto due drammatiche guerre in Cecenia contro i separatisti. Attualmente il Caucaso settentrionale è legato al gruppo di potere moscovita che fa capo a Surkov.
Surkov, per metà ceceno, è il nipote dell’ex militante Dzhokhar Dudayev (ormai deceduto) e durante la Seconda Guerra Cecena ha collaborato con Putin per contenere la minaccia separatista e creare un gruppo filorusso a Grozny. Negli ultimi anni Surkov si è guadagnato l’appoggio dei presidenti Akhmad e Ramzav Kadyrov e dei 40.000 soldati ceceni – ex ribelli successivamente schieratisi a favore del Cremlino.
La Cecenia è molto difficile da controllare, ma Surkov ha contribuito a mantenere una certa stabilità nell’ultimo periodo. Attraverso la Cecenia transitano il gas e il petrolio provenienti dalla regione del Mar Caspio, dunque il Cremlino fa tutto il possibile per evitare che scoppi un nuovo conflitto.
Surkov ha intenzione di appuntare un suo fedelissimo, Alexander Khloponin, alla presidenza del distretto federale del Caucaso settentrionale – carica inventata recentemente da Medvedev – per rafforzare la sua posizione. Il presidente del Caucaso settentrionale controllerà le repubbliche di Cecenia, Dagestan, Inguscezia, Karachay-Circassia, Kabadino-Balkaria e Ossezia settentrionale.
La scelta di Khloponin è inaspettata in quanto non è musulmano e non proviene dai servizi di sicurezza, tuttavia Medvedev ha appoggiato la sua candidatura perché è un esperto di economia. Se questa nomina diventerà effettiva, ne verranno rafforzati i servizi di sicurezza ceceni – controllati da Kadyrov e indirettamente, da Surkov (che controlla i servizi segreti militari, il GRU) – e probabilmente migliorerà anche la situazione economica del Caucaso settentrionale.
È in scadenza anche il mandato del presidente del Dagestan Mukhu Aliyev. Con l’avvicinarsi delle elezioni sono esplose nuove violenze in Dagestan. Putin farà quanto possibile per evitare che le lotte intestine fra i vari clan per il controllo del Dagestan favoriscano i militanti islamici.
Tatarstan and Bashkortostan
Anche il Tatarstan e il Bashkortostan sono coinvolti negli scontri in seno al Cremlino. Queste due repubbliche, situate nella cintura musulmana della Russia, hanno sempre cercato di conservare la propria autonomia. Il Tatarstan infatti è riuscito a strappare concessioni a Putin che le altre repubbliche non potrebbero nemmeno lontanamente sognarsi.
Il Tatarstan e il Bashkortostan sono ricche di petrolio e di risorse minerarie, e si trovano in una posizione strategica per raggiungere la Siberia e l’Asia centrale (vedi mappa a lato).
Il presidente tataro Mintimer Shaimiyev, in carica da moltissimo tempo, è stato recentemente rimpiazzato da Rumstam Minnikhanov - che gode dell’appoggio di Medvedev e Surkov.
In seguito a questo cambiamento i clan hanno concentrato la lotta per il potere sul vicino Bashkortostan, dato che il presidente Murtaza Rakhimov – fortemente critico del Cremlino – dovrebbe ritirarsi a breve dalla vita politica. Esistono già numerosi candidati alla presidenza, ma anche in questo caso Putin cercherà di evitare che la competizione per il controllo del Bashkortostan generi un’ondata di instabilità.
A cura di Davide Meinero
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